Lo strano Natale di Gianni al cimitero

Natale e la interminabile rinascita
Dicembre 24, 2021
Ricordi di Natale dolci e struggenti
Dicembre 26, 2021

Venerdì, ore 16.37, all’ingresso del cimitero di Telgate. Una nebbia fitta avvolge il camposanto. All’esterno sono visibili, oltre le due file di cipressi che accolgono i defunti nella loro ultima dimora, le luminarie delle feste imminenti, che quasi stonano con la nebbia fitta che nasconde anche le case e la vita degli uomini.

Cimitero. Un presepio sulla tomba

Entro nel cimitero vuoto, che farebbe quasi paura se non sapessi che lì riposa tanta gente che mi ha voluto bene in questi quasi dodici anni da prete tra loro. Cammino a passo spedito verso il piccolo loculo che, dalla mattina, custodisce le ceneri di Gianni. Una persona cara, che mi ha dato tanto, andato in Paradiso a 86 anni, dopo alcuni mesi di malattia. Ho concelebrato al suo funerale, ma ero a scuola al momento della benedizione delle ceneri. Voglio andare a trovarlo.

Arrivo là dove sapevo che l’avrei trovato. Una fredda lastra di metallo chiude alla vista le care ceneri di un uomo grande. Dinanzi alla lastra metallica, i parenti hanno lasciato un lumino rosso e… un piccolo presepio!

Stupendo. Sarà Natale anche per Gianni. Inizio a pensare, camminando tra i vialetti del cimitero per una piccola preghiera ai tanti che ho conosciuto e vi ho accompagnato.

Noi cristiani siamo diventati eccessivamente lamentosi e anch’io che sono prete non sfuggo a questa tentazione. Lamentiamo la riduzione del Natale a festa commerciale, l’assenza di ogni riferimento al senso cristiano del Natale, il consumismo, l’incapacità di attesa rappresentata dalle luminarie accese già prima della Commemorazione di fedeli defunti.

C’è del vero, intendiamoci: l’assenza del coraggio dell’attesa  a favore del “tutto e subito” è un problema che c’è ed è evidente.  Ma noi cristiani, viviamo cristianamente quel Natale che contestiamo agli altri di non considerare più?

Il presepio sulla tomba grida

Il presepio presso la tomba di Gianni mi appare segno sconvolgente e profetico. Il Natale, la scelta di Dio di dare carne alla Parola, perché la Parola potesse essere pronunciata con parole umane, chiede di crescere nella consapevolezza che dentro la nascita di quel Bambino a Betlemme, più di duemila anni fa, è racchiuso il mistero del vivere e del morire di tutti.

Nel dono di sé di Dio, che compie la sua Rivelazione nel Figlio nato da un’adolescente di Nazaret, c’è la divina dolcezza che viene incontro agli uomini nella carne di un bimbo. Ed è un bimbo che non trova nemmeno un posto per nascere là dove si svolgono gli affari importanti della vita degli uomini.

Interessante: Dio nasce nell’indifferenza del mondo. Solo la semplicità dei pastori, che nel loro ministero di cura vegliano il gregge e sono attenti a ogni dettaglio, permette di riconoscere Dio che viene nel mondo, in una notte buia e fredda.

Il presepio di Gianni grida. Grida la necessità di vivere con fede il Natale. Grida per ricordarci che il Natale chiede dedizione, perché le nostre parole più belle, se non si incarnano, diventano vuote e marciscono nella loro incoerenza.

Grida per dirci che quando, come Gianni, nasceremo al cielo, non ci verranno richieste le nostre prestazioni terrene, ma quanto amore avremo avuto per i piccoli della terra.

Sia questo il nostro Natale. Buon Natale Gianni! Buon Natale a tutti!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


The reCAPTCHA verification period has expired. Please reload the page.