Gruppi ecclesiali di lettura continua della Bibbia

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Origine significato importanza
fra Concilio e Sinodo

Nati nel 1972, a pochi anni dalla fine del Concilio, oggi compiono 50 anni.

Un’età matura che induce a una riflessione. 

L’aria nuova e fresca del Concilio

Anzitutto il periodo della nascita. Il Concilio è terminato nel 1965 e si respira un’aria nuova.

Si è aperto un periodo estremamente fecondo di rinnovamento e l’averlo saputo individuare e coglierne il valore è stato il merito di alcune persone, che venivano dall’esperienza di Rinascita Cristiana, che si sono seriamente impegnate perché quella ricchezza non rimanesse lettera morta.

In particolare, avvertivano la necessità di approfondire la conoscenza del testo biblico, la Parola, che stava riemergendo dopo un lungo esilio.

All’inizio, un piccolo gruppo che si trova nelle case, come i primi cristiani

Così il piccolo gruppo, in tutto 5 persone, si iscrive al Corso biblico superiore per corrispondenza presso il centro “Ut unum sint” di Roma e si incontra periodicamente nelle case, come i primi cristiani.

In seguito si rivolgono a un giovane gesuita, padre Francesco Rossi de Gasperis del Pontificio Istituto biblico di Gerusalemme, collega e amico di Carlo Maria Martini, ambedue studiosi appassionati della Parola.

Padre Francesco si dimostra subito disponibile e si offre per tenere corsi per insegnare a leggere, capire e pregare la Parola.

Il gruppo si allarga. Ora sono in 12 e si avverte il desiderio di dar vita in città a gruppi di lettura continua della Parola di Dio.

Intanto gli incontri formativi e le settimane bibliche si ripetono, sempre tenuti da padre Rossi de Gasperis, e sono continuati una volta all’anno, per 7 anni consecutivi, iniziando dal libro della Genesi, per terminare con l’Apocalisse.

L’esperienza si allarga. Anche a Bergamo

Il resto è storia più recente.

I Gruppi sono diventati via via più numerosi. Gli animatori hanno seguito le orme delle antesignane apripiste, si sono fatti conoscere ai vari vescovi che si sono succeduti fino all’attuale, mons. Francesco Beschi e sono entrati nelle varie comunità perché “la  Parola continui la sua corsa”.

Incontri formativi, settimane bibliche per crescere in un cammino di fede responsabile

Altri incontri formativi, altre settimane bibliche (fra le tante nostre guide ricordiamo Ugo Vanni, Ludvic Monti, Lisa Cremaschi, Rinaldo Fabris, Lidia Maggi e Angelo Reginato, Luca Mazzinghi, Cesare Geroldi, Massimo Grilli…), altri momenti di studio e di preghiera si sono succeduti per crescere in un cammino di fede responsabile, aiutati dai biblisti del nostro seminario, e dai delegati vescovili don Giacomo Facchinetti e da don Alberto Maffeis.

L’humus in cui ha preso vita questa iniziativa che poi si è trasformata in vocazione (l’approccio diretto alla Parola, la Parola come bussola imprescindibile, essenziale, dell’essere cristiani e il desiderio di comunicarla agli altri). Tutto questo nasce dall’aver assorbito i documenti conciliari, in particolare la Dei Verbum e la Lumen Gentium, documenti definiti dogmatici, quindi normativi.

La Bibbia non è per “addetti ai lavori”

Anzitutto la Dei Verbum, il documento-base di tutto l’edificio conciliare per la centralità data alla Parola, cuore di ogni attività ecclesiale: esegesi, liturgia, teologia, catechesi, lectio divina, dialogo interreligioso, ecumenismo… E Parola disponibile a tutti, liberata dalle sacrestie e dalle polverose biblioteche dei monasteri.

Poi la Lumen Gentium, la Costituzione dogmatica sulla Chiesa, dove è evidente il salto qualitativo fra prima e dopo il Concilio nel modo di rapportarsi della Chiesa all’età moderna, all’umanità.

Già Paolo VI, a questo proposito, aveva parlato di un’ermeneutica della discontinuità.

Qui la Chiesa è presentata come “popolo di Dio” e ciò significava richiamare alla pari dignità e responsabilità tutti i cristiani, prima di qualunque distinzione di ruoli e ministeri.

Ecco, con questo spirito sono nati i Gruppi biblici e con questo spirito, ancora oggi, nel condividere la Parola, nello spezzarla insieme agli altri, pur con “timore e tremore”, portiamo avanti questo compito, consapevoli della nostra fragilità, ma sorretti dalla coscienza che la Bibbia non è riservata agli “addetti ai lavori”, ma a tutto il popolo di Dio. Altrimenti l’affermazione della ritrovata centralità della Parola resta un’enunciazione vuota.

La Parola è essenziale per il cristiano.

“L’ignoranza  della Scrittura è ignoranza di Cristo”. Così San Gerolamo. 

“L’ignoranza  della Scrittura è ignoranza di Cristo”. Così San Gerolamo. 

Noi proponiamo una lettura continua da Genesi all’Apocalisse per immetterci dentro la storia della salvezza che ha un suo inizio e un suo fine, nella concretezza della vita distesa nel tempo.

Ci ritroviamo in piccoli gruppi guidati da uno o due animatori laici, non “specialisti”, ma preparati e impegnati. La non specializzazione (non per questo superficialità e approssimazione) dà motivo di una maggiore mediazione, di un più facile transito fra il lavoro dei biblisti e il popolo.

Il corso, a cadenza settimanale, dura diversi anni, in modo che la Parola gradatamente riesca a forgiarci, penetri in noi e continuamente ci rinnovi.

Così la frequentazione della Scrittura, e non qualcosa di episodico, ci fa accedere alla “sublime  scienza di Dio” (Lumen gentium) e ci insegna a metterci sulla strada che porta a Cristo, quella strada che è Cristo. Non fa rimanere fermi, ma, come dice Martini, “muove, commuove, coinvolge, stimola, invita”.

“Sriptura crescit cum legente” Gregorio Magno

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