“Lasciare” l’ho messo tra virgolette perché Alberto Bellini vi si trova dentro, io no. Mi sono limitato, lungo tutti i molti anni della mia vita, a votarlo. Prima votavo DC (sceglievo sempre – allora si poteva scegliere – rappresentanti sindacali o aclisti), poi ho sempre votato PD. Adesso, a parte possibili clamorose novità, non lo volterò più. Immagino che Elly Schlein e la sua segreteria non andrà in crisi perché uno sconosciuto credente di periferia non vota più il partito. Non andrà in crisi neppure perché si dà il caso che questo credente è anche prete (i preti, infatti, di solito, sono anche credenti).
Diversamente da Alberto Bellini non ho motivi precisi. O meglio ne ho uno che, mi rendo conto, è un po’ generico: in quel partito non mi sento più a casa. Il PD mi è diventato estraneo. O forse, più onestamente, sono io che sono diventato estraneo al PD. Quando mi dicono PD penso a Elly Schlein, non al segretario PD di Bergamo (che mi dicono essere Davide Casati, ottimo amministratore e politico, peraltro). Ora, Elly Schlein appare a me come la politica che parla di LGBT, di omosessuali, di matrimonio omosessuali, di Gay pride e poi, talvolta, di governo, di PNRR, di Europa… Nell’insieme è di una estrazione culturale lontana mille miglia dalla mia.
E io, vecchio credente, sono costretto a scegliere. Proprio perché credente continuo ad avere dubbi, per esempio, sul matrimonio omosessuale e penso, ostinatamente, che sono motivi seri. D’altra parte, mi preme di essere moderno, attento al mondo che mi sta attorno. Il mondo politico che ho davanti mi costringe a scegliere tra una politica che brandisce rosari in pubblico e una politica che non s’accorge neppure che ci sono. Devo scegliere fra Salvini e Schlein. Ma non posso scegliere e quindi non voto né Salvini né Schlein.
Il mondo politico mi costringe a scegliere fra chi brandisce rosari e chi non s’accorge neppure che ci sono
Non ho mai preteso che il PD mi mettesse al centro del suo mondo solo perché parlo di un certo testo, chiamato Vangelo e credo in un inquietante personaggio, tale Gesù di Nazaret, vissuto morto e, a quanto dicono, risorto un paio di millenni fa. No, non avevo questa pretesa.
Ma pensavo che si accorgessero che c’ero anch’io e con me tanti altri che come me credono in quel testo e in quel personaggio. E speravo che vedendoci lì ci chiedessero: Chi siete? Cosa volete? E si accorgessero che in fondo volevamo molte cose belle e molte cose che anche altri volevano come noi. Non si accorgono più che ci siamo e non ci chiedono che cosa vogliamo. Siamo diventati estranei noi a loro e loro a noi.
Ricordo un convegno di molti anni fa, tenutosi in seminario qui a Bergamo. Era intervenuto Pietro Ingrao, il vecchio leone di una sinistra dura e pura. Si parlava dei rapporti fra marxisti e cattolici. Di tutto quello che Ingrao aveva detto allora ricordo una sola, inattesa affermazione: “Noi abbiamo bisogno di voi”. Noi comunisti, noi rivoluzionari, noi sinistra abbiamo bisogno di voi, di voi credenti, di voi cattolici. Mi sento imbarazzato a citare eventi di decine di anni fa. Ho l’impressione che non è passato solo quell’evento, ma è passato il problema.
Non è passato solo Ingrao. E’ passato anche il problema che Ingrao aveva posto
I cattolici non interessano più né alla sinistra né, in specie, al PD. Il disinteresse del PD inquieta di più perché quel che restava della vecchia DC è entrato nel PD. Ma è sparito. Sembra che il PD attuale abbia ereditato dalla DC (meglio: da una parte della DC) un certo cinismo che usa anche la fede e il mondo della fede perché “serve”. Nella DC molti (non tutti, ma molti. Mi vengono in mente i dorotei, ma anche Andreotti) se avessero dovuto scegliere fra perdere la fede e perdere il potere, avrebbero scelto di perdere la fede. Anche il PD di oggi sembra perfino che non solo non si interessi del mondo dei credenti ma non accorga neppure che c’è.
Restano solo del vecchio mondo politico qualche ultraottantenne che si capisce subito che è, insieme, grande credente e grande politico. Mi vengono in mente subito Mattarella e Prodi. Poi fatico a trovare altri nomi. Probabile, anzi spero, che questo dipenda solo dalla mia incompetenza.
Il problema, però, è che cosa votare al posto del PD. Proprio non lo so. Vado a ingrossare l’esercito di quelli che restano in dubbio fino alla vigilia del voto. Spero di non dover ingrossare l’esercito di quelli che, estranei a tutta la politica, si estraniano anche dal voto. E temo di trovarmi con molti credenti come me, combattenti e reduci della vita politica, reduci delusi e combattenti sconfitti.
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Alberto Bellini