Papa Giovanni, uomo “delle fonti”

Il pane disceso dal cielo
Agosto 4, 2024
I segni di croce alle olimpiadi
Agosto 6, 2024
Vedi tutti

Papa Giovanni, uomo “delle fonti”

Statua dell’Apostolo Paolo. Piazza s. Pietro, Roma

Ho letto, qualche tempo fa, “Ritratto di Angelo Giuseppe Roncalli” di Aldo Basso. E’ una pubblicazione curata dalla Fondazione Giovanni XXIII, che ha sede in Città Alta, in via Arena, nel complesso confinante con il Seminario vescovile.

Il libro è un ritratto “interiore” che ricostruisce alcuni elementi della personalità di Roncalli, attraverso i suoi scritti e le testimonianze di gente che lo ha conosciuto. 

Tre tipi di credenti…

Tra le tante cose che ho letto, mi è piaciuta una intuizione del card. Giacomo Lercaro. Il card. Lercaro è stato arcivescovo di Bologna ed ha fatto parte del gruppo dei quattro “moderatori” del Concilio Vaticano II (gli altri erano, come noto, il card. Suenens, arcivescovo di Bruxelles e Marines, il card. Döpfner, arcivescovo di Monaco di Baviera e il card. Agagianian, patriarca di Cilicia degli Armeni). Anche per i ruoli ricoperti, il card. Lercaro era in perfettamente in grado di descrivere l’identità e l’importanza di Papa Giovanni.

In un saggio del 1965, distingue tre tipi di uomini di cultura. Primi, gli uomini delle Fonti, quelli che si formano ai testi fondanti del cristianesimo: Bibbia, padri, santi… I secondi sono gli uomini dei manuali che al massimo arrivano a compilare un nuovo manuale di vita o di dottrina cristiana. I terzi sono gli uomini delle monografie e dei saggi. I tre tipi di credenti hanno, sempre secondo il card. Lercaro, un diverso rapporto con il tempo e la storia.

Gli ultimi, impegnati in saggi e monografie, sono soprattutto sensibili alla progettazione del futuro, impegnati a inventare quello che ancora non c’è, a progettare quello che si deve dire e fare nel tempo che non c’è ancora.

I secondi, gli uomini dei manuali, appartengono soprattutto passato. Raccolgono quello che è stato e tendono semplicemente a prolungarlo: un manuale non crea idee o sistemi di pensiero nuovo: si limita mettere in ordine le idee che ci sono già.

I primi attingono direttamente alle fonti e trovano in esse una “forza trascendente” per essere dei grandi creativi. Non sono legati al passato recente, ma si rifanno semplicemente al passato da cui la Chiesa nasce e sono in grado di relativizzare quello che è venuto dopo perché lo confrontano con quello da cui la Chiesa è nata.

Papa Giovanni appartiene, ovviamente, agli “uomini delle fonti”. 

Oggi scarseggiano gli uomini delle fonti

Mi sembra interessante. Mi nascono spontanee alcune domande. Quale è il tipo di credenti dominanti di oggi? Il carattere generale della domanda deve mettere in conto una dose notevole di semplificazione.

Mi pare che la categoria più scarsa sia quella dei cristiani delle monografie e dei saggi: si avverte poca passione per il futuro. Anche perché fa paura. Prevale il cristiano del manuale: si cerca di “salvare il salvabile”, ci si svena per tenere in piedi quello che c’è.

Si sente, soprattutto, la mancanza degli uomini delle fonti, quelli che studiano e fanno gustare non tanto il passato passato, ma il passato che ha fondato la Chiesa: la Bibbia, i padri della Chiesa, i santi…

Manchiamo di uomini delle fonti e proprio perché questi mancano, gli uomini dei manuali conoscono un’importanza esuberante.

Un buon futuro della Chiesa deve partire dal ritorno a un buon passato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


The reCAPTCHA verification period has expired. Please reload the page.