Trump e la pornostar. (Una certa) politica e (una certa) morale

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Trump e la pornostar. (Una certa) politica e (una certa) morale

Punti, puntini, virgole e spunti
La storiaccia di Trump con Stormy Daniels, pornostar.
Il silenzio sporco comprato con i soldi.
Le parole ancora più sporche in barba ai soldi

Tengono banco le notizie che riguardano Trump e le sue disavventure giudiziarie. Tengono banco perché il personaggio è di spicco e le sue avventure e disavventure toccano anche noi, anche chi non vuole e anche quando non si vuole. Ma toccano perché i suoi atteggiamenti, pur eccessivi, dicono qualcosa che tocca anche i nostri.

Il racconto dei fatti

Qualche giorno fa leggevo dal Corriere: “Daniels, allora 27enne, incontra l’allora 60enne Trump a un torneo di golf a Lake Tahoe in Nevada. Lui la invita a cena, lei lo segue nella sua suite d’albergo, dove fanno sesso (notte che Daniels ha poi raccontato con dovizia di particolari anche anatomici). Successivamente Trump la invita a una festa per il lancio di Trump Vodka in California, e nel suo ufficio nella Trump Tower a New York — lui è molto influente in tv, dove è la star del reality The Apprentice, e Daniels sogna di passare dal porno a una carriera nell’intrattenimento generalista.

Quando però nel 2015 Trump si candida alla Casa Bianca, decide di assicurarsi la discrezione di alcune donne che ha frequentato in passato. Tramite l’avvocato Michael Cohen (che per questo ha fatto tre anni di carcere) Trump paga 130 mila dollari a Daniels, anche se la legge elettorale americana lo proibisce”.

Il giudizio sui fatti. Vergognosamente moralistico

Benissimo. Il mio commento è volutamente e pesantemente moraleggiante. Dunque. Trump “si diverte” con la pornostar e la “usa” dall’alto del suo prestigio e dei suoi soldi. Immorale. La pornostar si vende e ne trae i dovuti, prevedibili e previsti vantaggi. Immorale. Trump si presenta alla presidenza degli USA e “compra” il silenzio della Daniels. Immorale. La Daniels accetta i 130 mila dollari che Trump le offre perché taccia. Immorale. I 130 mila dollari sono usati impropriamente perché distratti dai fondi per la campagna elettorale. Immorale oltre che penalmente rilevante.

La Daniels “rompe il silenzio” e parla. Immorale. Non solo parla ma racconta l’avventura con Trump e la racconta “con dovizia di particolari anche anatomici”. Immorale oltre che repellente. Trump nega la notizia. Immorale. Poi rivela di correre il pericolo di essere arrestato con l’evidente intento di sobillare i suoi sostenitori. Immorale. Trump intende partecipare comunque alla campagna elettorale. Molto immorale. 

Trump è molto vomitevole ma la Daniels, ahimè, non è lo di meno. La gravità cambia per i diversi ruoli – molto diversi e diversamente pesanti – ricoperti dai due protagonisti. Ma se il lupo è pesantemente vorace la pecorella si difende e si dà da fare per assomigliare il più possibile al lupo.

La forza della morale o la morale della forza

Intanto, però, il preteso pretendente alla presidenza USA intende tornare a governare il paese più potente del mondo. Sono decisamente, fortemente disorientato.

Forse è inutile parlare di morale. Forse ognuno si costruisce la morale come gli piace e Trump, ovviamente, si è costruita la sua.

Forse, alla fine, torna vero il vecchio gioco di parole: non esiste la forza della morale, ma la morale della forza…

Da non capirci più nulla.

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