Le prerogative del Capo dello Stato vengono toccate.
Una seduta del Senato e gli scontri indecorosi che l’hanno segnata.
Basta leggere la cronaca della seduta del Senato del 28 maggio per rendersi conto del livello della classe politica attualmente al governo. Perché quel giorno in Senato la maggioranza di centrodestra ha approvato il primo articolo del disegno di legge costituzionale sul cosiddetto “premierato”, togliendo al Presidente della Repubblica la facoltà di nominare i senatori a vita. E già così si comprende che è una falsità sostenere che le prerogative del Capo dello Stato non vengono toccate da questa revisione della Carta Costituzionale.
I resoconti della seduta ci informano che:
Prendendo atto dei comportamenti di questi senatori, inevitabilmente si finisce per pensare al cavallo di Caligola. Già perché l’eliminazione dei senatori a vita è puro populismo e se si va su questa strada è lecito pensare che il cavallo di Caligola mostrerebbe maggiore dignità di alcuni senatori (fortunatamente) non a vita.
Nel merito la senatrice a vita Elena Cattaneo ha proposto di non abrogare la possibilità di nominare i senatori a vita, ma di escluderli dalle votazioni sulla fiducia al governo, per evitare che incidano sull’equilibrio politico della legislatura. La senatrice ha rammentato che un’identica proposta era stata presentata qualche anno fa proprio da Ignazio La Russa e da Alberto Balboni.
Risultato: voto contrario alla proposta della senatrice Elena Cattaneo. Perché la coerenza non è tipica dei senatori, ma forse soltanto dei cavalli.