La casa di Dio, la casa dell’uomo

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Per un itinerario di avvento. Contemplazioni. Donatello. Quarta domenica di Avvento e solennità del Natale del Signore.
“Così Dio nasce insieme all’uomo che impara a nascere: dove arrivano e sono accolti la parola e lo spirito, nascono nuove, sorprendenti possibilità e ricchezze umane”

I testi della Scrittura che ci portano al Natale parlano molte volte di nascite e vite inaspettate e sorprendenti, narrano di angeli e di sogni.

È il modo in cui la Parola racconta come avviene l’ascolto interiore di Dio, che abita l’uomo. Egli ha scelto infatti l’uomo come sua casa.

Quando la presenza del Signore viene accolta senza riserve o residuo, immacolata, la vita diventa capace di ogni strada e possibilità.

L’Annunciazione Cavalcanti di Donatello

Per contemplare il Natale ci rivolgiamo alla sorgente, come accade quando vogliamo comprendere la nostra storia.

Ci aiuta questa Annunciazione di Donatello, commissionata dalla famiglia Cavalcanti prima della metà del ‘400. Incassata nella parete della navata meridionale della Basilica di Santa Croce a Firenze.

Non ci soffermiamo sull’elaborata architettura dell’opera, consistente in un’edicola di pietra serena dorata e in parte policromata (che si completa, alla sommità, con tre coppie di putti in terracotta, curiosi e animati, che si sostengono reciprocamente, quasi per paura di cadere di sotto). Il lavoro scultoreo formava una studiata unità con l’affresco di Domenico Veneziano che, sull’angolo a fianco, raffigurava i Santi Giovanni Battista e Francesco, rivolti e in relazione con l’avvenimento scolpito da Donatello (l’affresco, staccato, è ora custodito nel museo di santa Croce).

L’opera appare quasi una scena teatrale la cui limitata profondità ricorda un palcoscenico. I protagonisti, scolpiti ad altorilievo, sono a grandezza naturale, paiono entrare o voler uscire di scena: sono parzialmente coperte le ali dell’angelo che avanza inginocchiandosi, il movimento di Maria è in uscita verso destra.

Gesti, sguardi, atteggiamenti, restituiscono la complessa situazione emotiva. Maria si è alzata spaventata, lasciando il mantello sul sedile accanto, la posizione delle gambe indica il desiderio di allontanarsi, tuttavia la torsione del busto, le braccia, le mani, il volto intenso, mostrano che al turbamento e allo stupore è seguito l’ascolto, profondo.

Anche la figura dell’angelo è toccante: inginocchiato umilmente, i gesti contenuti e l’espressione dolce indicano quasi il dispiacere di aver spaventato la giovane donna.

La porta chiusa alle spalle dei protagonisti allude alla condizione virginale di Maria.

Donatello fonde magistralmente le sue ispirazioni: grandezza spirituale e serenità classiche nelle fisionomie dei personaggi tratte dall’antichità; il tono delicato e pieno di grazia, di particolare dolcezza sentimentale, paiono evoluzione della tradizione gotica; l’equilibrio, l’eleganza raffinata e austera, l’analisi psicologica, ci portano a una dimensione umana pienamente rinascimentale.

L’origine miracolosa di ogni vita

Allora, come Maria anche noi ci volgiamo indietro, per comprendere il Natale, per ricordarci dell’origine e riconoscere la casa di Dio, per constatare che le normali storie degli uomini sono sempre miracolose.

Tutte le storie che raccontiamo, anche nella Chiesa, sono relative a questo inizio prodigioso, per ogni uomo: la nascita, la generazione. La grande benedizione della vita.

Mistero dei genitori, poveri uomini che diventano la grazia di Dio, capaci di porre una promessa da cui sgorgano e scorrono tutte le nostre storie.

Così Dio nasce insieme all’uomo che impara a nascere: dove arrivano e sono accolti la parola e lo spirito, nascono nuove, sorprendenti possibilità e ricchezze umane.

Come insegna la Scrittura, non siamo noi che possiamo costruire una casa a Dio. Egli sceglie l’uomo come sua casa e in essa attende d’esser ospitato e conosciuto.

“…E venne ad abitare in mezzo a noi…a quanti l’hanno accolto ha dato potere di diventare figli…”.

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