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Una storia attuale già da tempo illustrata nell’arte.
Nella Firenze del ‘400 tra il fascino del Rinascimento e la predicazione del Savonarola.
La sorprendente attualità di un quadro del Botticelli

Siamo a Firenze negli anni tra il 1495 e la fine del secolo. La Città e le coscienze sono dilaniate dallo scontro tra due idee di civiltà: i nuovi orizzonti delineati dalla cultura umanistica portata avanti dai Medici – da poco cacciati da Firenze – e la predicazione del frate Savonarola che condanna l’incipiente rinascimento come fonte di decadenza e corruzione dei costumi. Il frate propone penitenza come sola via di salvezza e roghi di libri, di opere d’arte e di strumenti musicali.

Botticelli – pittore acclamato, interprete della nuova cultura – è disorientato, incerto tra la il novo umanesimo, che ha illustrato in immagini di grande fascino, e i severi sermoni del frate.

In questi frangenti Botticelli – che ha circa 60 anni – dipinge a tempera una tavola piccola, privata, senza committenti, per sé, come meditazione, ricerca di sintesi tra due pensieri nello snodo di un’epoca

La coscienza di un artista

Il quadro – che regalerà ad un amico – si rifà a miti letterari e antiche allegorie e illustra il tema della calunnia in una sequenza di figure al servizio della menzogna per servire e servirsi del potere.

Botticelli ambienta la scena in una sala aperta su mare e cielo limpidi. È una “sala parlante”: pareti, pilastri, plinti, lesene, volte sono incrostate di bassorilievi e statue dorate: sono effigi di uomini illustri, di donne eroiche, di profeti e saggi del passato con fregi che raccontano storie dell’età classica e dotte citazioni letterarie.

Sarebbero “exempla” per le scelte del potere; forse ormai solo orpelli da esibire per ostentare virtù, segni di un passato glorioso che stride con quanto avviene nella sala.

Le scelte del potere

Avidità e arroganza

Un convulso corteo si affolla intorno al trono di un re con le pelose orecchie di asino: è re Mida, mitico simbolo di ignorante cupidigia. Mida aveva ottenuto dagli dèi il potere di trasformare in oro tutto quanto toccasse; rischiando di morire di fame supplicò di nuovo gli dei per annullare il sortilegio. Si guadagnò poi le orecchie di asino in una gara musicale tra Apollo e Pan dove, con cattivo giudizio e per invidia, premiò le scadenti armonie di Pan. Il dio punì la sua arroganza facendogli crescere orecchie d’asino; fu da allora che il povero animale divenne simbolo di insipienza.

Il potere tra Ignoranza, Sospetto, Livore

Il re siede in trono tra due giovani donne in figure di Ignoranza e Sospetto che bisbigliano nelle orecchie il cattivo giudizio; tende la mano alla scura figura del Livore che avanza reggendo una fiaccola che brucia senza dare luce.

Frode e Insidia ancelle della Calunnia

Il Livore guida l’affascinante fanciulla in veste di Calunnia che, acconciata da Insidia e Frode, trascina per i capelli la vittima della falsità, seminuda e in preghiera.

Verità nuda, indifesa, sola

Chiude il corteo la Menzogna – vecchia, paludata, cupa, scura – che, voltandosi, guarda con sospetto una giovane donna: è la Verità che guarda in alto e indica spazi altri, oltre la storia.  

Attributi della cattiveria

Cupidigia, ignoranza, livore, sospetto, frode, menzogna, insidia sono sfaccettature di quanto in parole semplici si chiama cattiveria. Cattiveria è oggi parola poco utilizzata; si riscontra poco nei commenti mediatici, nelle cronache politiche, nazionali e estere, intorno anche ai fatti parlamentari; si preferisce parlare di sovranismo, nazionalismo, sicurezza, respingimenti, espulsioni, anche di “remigrazione”, dossier veri e falsi, fake news, telefoni spiati, fatti storici ribaltati, utopie naufragate nell’ignavia, riarmo.

Negli stessi ruoli i protagonisti di oggi

Nel suo piccolo dipinto Botticelli mette le parole prossime alla cattiveria al loro posto in una suggestiva messa in scena valida oltre il tempo, particolarmente attuale nei frangenti maturati in queste ultime settimane sullo scenario mondiale.

Le figure del quadro in veste di attributi di cattiveria e cattiva coscienza potrebbero essere a piacere sostituite con i volti dei protagonisti dell’attuale potere mondiale e locale. Certamente anche le decorazioni della sala andrebbero adeguate con “exempla” che rischiano di diventare tristemente obsoleti: gli articoli della Costituzione Italiana, la Dichiarazione dei diritti dell’uomo, la carta delle Nazioni Unite, i Trattati dell’Unione europea e molto altro di quanto ha contribuito a settant’anni di ricerca di pace. Fortunatamente restano di sfondo mare calmo e cielo limpido.

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