La chiesa parrocchiale della bucolica frazione di Zogno conserva numerose antiche opere d’arte, stupefacenti in un borgo così isolato. Vincenzo Angelo Orelli nei mesi intorno al 1789 (data non qualsiasi in tema di rivoluzioni) affresca sul soffitto della sagrestia l’Allegoria delle Virtù, meglio conosciuta come Le Virtù in mongolfiera.
Il grande ovale, in tinte armoniche con pennellate sciolte e ben fuse, incornicia la mongolfiera in forte scorcio, già lievitante nel cielo.
Le tre Virtù teologali, sulla sommità del pallone, e le quattro virtù cardinali, nella navicella della mongolfiera, sono ritratte con i loro attributi nelle forme consolidate dalla tradizione allegorica; concentrate nella loro missione, non sembrano intimorite dal vuoto e dal rivoluzionario contesto. Un putto in volo alimenta con legna il braciere che scalda la spinta dell’areostato; un altro porta flaconi di trementina.
L’insieme è di grande originalità accentuata dall’apparente marginalità del luogo; pittore e fabbricieri committenti sembrano contagiati da entusiasmo tecnologico che trasferiscono in catechismo per immagini.
Nel giugno 1783 i fratelli Montgolfier avevano volano per 10 minuti innalzandosi oltre 1500 metri; nove mesi dopo il giovane nobile Andreani vola per qualche minuto sopra Brugherio nel milanese.
Nella mongolfiera di Grumello de Zanchi le Virtù s’innalzano allontanandosi dalla terra: quale potrebbe essere il messaggio?
Pittore e committenti nell’età dei lumi volevano creare intorno alle Virtù l’aura di una nuova leggerezza, pura come l’aria, magnificamente misteriosa come lo spazio, forte come la vittoria sulla gravità; intendevano potenziare le Virtù coniugandole al Progresso, disegnare un catechismo moderno.
Oggi il messaggio potrebbe risultare diverso, forse disincantato o troppo connesso ad attuali contingenze: le Virtù lasciano la terra e stanno in cielo, latitano nella feriale quotidianità e anche nella storia. L’ancora della Speranza e la spada della Fortezza potrebbero sciaguratamente forare il pallone precipitandolo. La Carità vedere scivolare i suoi figli nel vuoto. La bilancia della Giustizia vacillare. Le briglie della Temperanza soggiogare aria o Co2… Tristi presagi che evocano il presente.
Nell’affresco di Grumello de Zanchi resta comunque una bella lezione con vari messaggi: la ricerca della bellezza, il confronto con i segni dei tempi, il mettersi in gioco, la curiosità per il “nuovo” da cercare anche lungo antichi percorsi tra i boschi della Valle Brembana.
Vincenzo Angelo Orelli (1751/1813) è pittore figlio e fratello di pittori; dipinge in tutto il territorio bergamasco nelle numerose chiese che si rinnovano negli anni di fine ‘700. Frequenta e collabora con gli intellettuali bergamaschi membri dell’Accademia degli Eccitati; è amico di Vincenzo Bonomini, altro pittore che “oserà”.