Bruce Springsteen ha tenuto il suo attesissimo concerto nel parco di Monza, martedì scorso. 70 mila i presenti che hanno cantato e ballato con “The Boss”.
Tra gli spettatori c’era anche l’amico don Massimo Maffioletti che, da prete e da giornalista, ha commentato l’evento sull’Eco di Bergamo. Ha fatto notare che Springteen è “un menestrello del riscatto e di quella giustizia che ci vuole perché le cose siano quelle che devono essere…”. Alla fine, don Massimo dice che esistono dei luoghi, ovviamente come quello del concerto di Monza, “che funzionano come fontane dove abbeverarsi di tanto in tanto per riprendere il cammino dell’avventura umana fatta come per tutti di cicatrici ma anche di insospettabili promesse. Si può andare a un concerto anche solo per non perdere il gusto gioioso della vita”.
Don Massimo è stato poi citato anche dal “Corriere” di Bergamo che ha riferito di una sua considerazione sulla sua pagina di Facebook dove tra l’altro dice: “Fiutare il senso di questi raduni immensi (ecclesie convocate attorno a nuovi altari) gioverebbe anche alle istituzioni che rischiano di perdere il popolo (se non l’hanno già perso). Chiesa compresa”.
Non sono un competente di Bruce Springsteen. Posso soltanto tentare di reagire alle reazioni di don Massimo. C’è qualcosa d’”altro” in un concerto Rock, dice don Massimo. Da parte mia mi domando: ci potrebbe essere qualcosa “d’altro” in una messa? L’”altro” di un concerto è un misterioso “senso religioso”. L’”altro” di una messa dovrebbe essere un altrettanto misterioso ma realissimo senso di appartenenza, sorpresa di fronte alla Bella Notizia, gioia per un invito che non ci meritiamo.
Ecco. Questo mi domando: la messa ha qualcosa della gioia contagiosa di un concerto? Mi immagino già la facile risposta: io povero diavolo di un parroco di periferia mica sono Bruce Springteen e i quattro gatti dei miei fedeli mica sono i 70 mila del parco di Monza. Elementare. La messa, in effetti, non può più sfruttare le relazioni lunghissime delle grandi folle. Ma potrebbe sfruttare le relazioni cortissime della comunità che si guarda in faccia. Le nostre messe mancano spesso di calore, di gioia di trovarsi. \\\\
A questo punto non dovrebbe urtare la sensibilità delicata di qualche liturgista se si dice che la messa, una buona messa dovrebbe dare qualcosa d”altro”, che so: il conoscersi, il trovarsi bene insieme, il condividere storie dello stesso paese e dello stesso quartiere… E poi la stessa messa che non pretende lo smalto di un grande concerto, ma quello di un evento “di casa”, fatto bene, con parole giuste e che toccano, con la musica che non è quella di Springteen ma che sentiamo come nostra, quella che ci esprime.
Di concerti di Springteen ce n’è stato uno solo. Di messe, in questi giorni, nella Brianza, a Milano, nella Lombardia se ne celebreranno migliaia.
Quanti di questi piccoli focolari saranno in grado di scaldare quelli che vi si trovano attorno?
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Molte Fedi nei territori, attraverso l’iniziativa del circolo Acli Bassa Bergamasca Ovest , ha affrontato il valore dei testi di Springsteen l’anno scorso a Castel Rozzone insieme a Cristiano Mauri e Carlo Ozzella . Qui il link alla registrazione evento
https://youtu.be/1qTt0NeH884