Sorpresa. Una Chiesa nuova sta nascendo

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I sorprendenti risultati che vengono dalla Francia.
In questa pasqua 7135 adulti hanno chiesto il battesimo.
Che cosa significa questo, per la Francia. E dintorni

Una Pasqua inattesa

Ancora la Croix. Il numero del 29 marzo scorso. Con una notizia molto “pasquale” e molto ecclesiale. Riguarda un tema di grande interesse. La prima pagina titola “La sorpresa di Pasqua”. La grande foto mostra tre belle ragazze sorridenti, con una candela accesa in mano. Sono tre dei neo battezzati adulti che, quest’anno, in Francia, sono stati 7135. Si tratta di un “forte aumento inatteso”: così il titolo delle due pagine interne dedicate al fenomeno.

Forte e inatteso lo è davvero. “Da dieci anni a questa parte, il numero degli adulti che chiedono il battesimo è più che raddoppiato in Francia”. “La notizia mi meraviglia da diversi punti di vista, dice mons. Bruno Valentin, vescovo di Carcassone, perché non si può certo dire che l’attualità della Chiesa di questi ultimi tempi – segnata dagli scandali degli abusi sessuali – abbia fatto nascere la voglia di entrare a farvi parte. Pare anche andare controcorrente rispetto a tutte le dinamiche della Chiesa di Francia, il crollo della pratica, della catechesi…”. “Mi vien voglia di dire – con il rischio di apparire ingenuo – che ciò che sta capitando ha qualcosa del miracolo”, aggiunge mons. Olivier di Cagny, vescovo di Evreux. Miracolo anche nel senso che avviene oltre e nonostante tutte le strategie per ricuperare il terreno perduto messe in atto dalla Chiesa. “Si propone loro di entrare dalla porta, e loro entrano dalla finestra”, aggiunge mons. Pierre-Antoine Bozo, vescovo di Limoges. 

Il 36 per cento sono giovani

La Croix ha messo in atto, di sua iniziativa, un’inchiesta per capire l’identità di questi nuovi cristiani. Le donne sono il 68 per cento, gli uomini il 38. Il 61 per cento è “di tradizione cristiana”, il 24 per cento è senza religione, il 6 per cento “misto di due religioni”, il 5 per cento musulmano, l’1 per cento di tradizione orientale (buddismo, induismo), il 3 per cento “altro”. 

Dato di grande interesse è l’età. Il 36 per cento ha un’età tra i 18 e i 25 anni. Con una annotazione: il numero di battezzati di questa fetta di età è aumentata del 150 per cento in cinque anni. Poi i dati sull’estrazione sociale dei neo cristiani: 38 per cento: operai, tecnici, impiegati; 23 per cento: studenti; 8 per cento: liberi professionisti; in cerca di lavoro: 5 per cento. 

Ci si rivolge alla Chiesa, non alla istituzione-Chiesa

Notizia interessante davvero. Per molti motivi. I neo cristiani tornano sì alla Chiesa, ma non sono particolarmente interessati all’istituzione-Chiesa. Tornano anche se la Chiesa è in crisi, nonostante scandali e abbandoni. “In tredici anni, non ho mai dovuto rispondere a una domanda sul problema degli abusi: non si interessano all’istituzione. Non rientra nei loro interessi”. Lo dice Christophe Jeanteur, che segue i catecumeni a Parigi. 

Il che la dice lunga sulla natura stessa della Chiesa che c’è per annunciare la “buona notizia”. E’ la sua ragion d’essere. Chi è molto attratto dal messaggio cristiano – e un adulto che si fa battezzare lo è certamente – è su quella ragion d’essere che punta e non sul resto.  

Un altro punto di interesse sono le cifre. Uno sguardo disincantato potrebbe far notare che 7135 “convertiti” su 67 milioni (tanto sono gli abitanti attuali della Francia) non sono gran che. Vero, se si adotta quel punto di vista. Ma è proprio il punto di vista che va discusso. Un popolo interamente cristiano non è mai esistito, neanche in periodi in cui si sognava la societas cristiana. La storia ci ha convinto che la Chiesa non coinciderà mai più con la società e ci siamo anche convinti che è bene che sia così.

Ma la verità positiva che esce da quelle cifre è un’altra. Il “piccolo gregge” del popolo di Dio è vivo, anche là dove si pensava che fosse morto per sempre: in Francia, appunto. L’impresa, quindi, che sta davanti ai cristiani di oggi – e non solo in Francia, ovviamente – non è quella di ricostruire quello che non è mai esistito, ma di vivere bene quello che siamo e di preparare bene quello che stiamo diventando. La Francia, semmai, che amava chiamarsi “la primogenita della Chiesa” e che sembrava essere diventata la figlia ripudiata, potrebbe diventare ancora la primogenita, ma non di una Chiesa che non c’è, ma di una Chiesa che ci sarà.

Il grande compito che ci aspetta, quindi – e ripetiamoci: non solo in Francia – non è quello di tenere in piedi la baracca, ma di costruire una casa nuova, viva, abitabile. 

Che sia questo il messaggio della pasqua del 2024?

Post Scritum – La Chiesa che sta morendo

Ma la Chiesa vecchia, da alcune parti, sta vistosamente morendo. Da alcune parti soltanto, certo. Ho saputo notizie che riguardano la settimana santa appena conclusa. In una parrocchia della diocesi di Bergamo alla cerimonia del venerdì santo ha suonato la banda, in chiesa. “Siamo usciti tutti rintronati. Meno male che non c’erano i miei figli”, ha commentato un fedele. In un’altra parrocchia la cerimonia del sabato santo è cominciata con un quarto d’ora di ritardo perché non c’era lo stoppino per accendere il cero pasquale. In un’altra parrocchia il parroco ha liquidato la veglia del sabato santo in cinquanta minuti.

Ma non è forse meglio che muoia, alla fine, una Chiesa, istituzione pesantissima, che non trova un paio d’ore, una volta all’anno, per ricorda la Risurrezione del Signore?

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