Fuga di notizie. La figuraccia della curia e della diocesi

La preghiera nella disperazione
Maggio 5, 2023
Il sogno di una scuola
Maggio 7, 2023
Vedi tutti

Fuga di notizie. La figuraccia della curia e della diocesi

La lista delle nuove destinazioni di preti viene pubblicata da un organo esterno.
Chi ha passato i dati e perché?
Ancora una volta è chiamato in causa mons. Della Vite, addetto stampa

Eravamo abituati a goderci, in una bella domenica di primavera, la lista dei nuovi parroci, dei nuovi curati, dei nuovi incarichi diocesani da una solenne paginona dell’Eco di Bergamo e le notizie del settimanale Santalessandro. Era naturale. L’Eco di Bergamo e il Santalessandro sono proprietà della diocesi. 

“Araberara” pubblica documenti riservati prima dell’Eco di Bergamo e del “Santalessandro”

E invece, con due giorni di anticipo, la paginona la pubblica Araberara, il settimanale diretto da Piero Bonicelli. Il lettore, basito, si chiede: la curia ha cambiato organo ufficiale? Probabilmente no. Ma allora come mai notizie così particolari sono finite su Araberara? E, domanda inevitabile, chi le ha “passate”? Perché, è evidente, qualcuno, in curia, ha fatto il furbo.

Ora, di fronte a un fatto del genere, è inevitabile che ci si chieda chi è stato. Sarebbe utile che qualcuno, onestamente, riconoscesse e spiegasse. Ma sarà difficile.

Siccome certamente non si saprà, dobbiamo partire da quello che certamente si sa. Ora, nella curia di Bergamo, esiste un “Addetto stampa della Curia dal 2013”. L’’addetto stampa della curia di Bergamo” è, ancora oggi, mons. Giulio della Vite. Si sa che Della Vite è stato promosso, recentemente, alla carica di delegato vescovile “per le relazioni istituzionali e gli eventi diocesani”. Il nuovo incarico inizierà con il prossimo autunno. In attesa, resta in vigore il vecchio incarico. Dunque, è lui che deve gestire l’informazione dalla curia verso l’esterno e viceversa.

Il responsabile delle notizie della curia è mons. Della Vite. Le notizie o le ha passate lui o le ha lasciate passare

Di conseguenza, un osservatore esterno è autorizzato a pensare che è stato lui a passare la notizia. Oppure, se lui non l’ha passata dovrebbe spiegare all’opinione pubblica come è potuto capitare che un documento di questa importanza sia caduto in altre mani. Che, ovviamente, sono mani di gente che lavora in curia. E si dovrebbe capire anche come mai gente di curia ha passato la notizia proprio ad Araberara. 

In ogni caso mons. Giulio della Vite è responsabile o perché lo ha fatto o perché ha permesso che si facesse. Se in un ufficio succede qualcosa che non va è il responsabile dell’ufficio che deve dare spiegazioni e in ogni caso assumersi le responsabilità di quello che avviene nel suo ufficio.

Anni fa le notizie riservate uscivano ancora. Ma finivano altrove. Il destinatario in “esclusiva” del malcostume curiale era allora Bergamo News. Ora è cambiato il destinatario, resta il malcostume. 

La Chiesa di Bergamo è coinvolta

Quella che ci fa una figuraccia è, in effetti, la curia. La quale ha, tra i suoi responsabili, gente così poco affidabile. Non solo perché fa uscire documenti che dovevano restare dentro, ma lo fa di nascosto, in uno stile perfettamente mafioso. Lo faceva in passato e continua a farlo oggi. Ora, la curia è il volto ufficiale, pubblico della diocesi. Per cui fatti del genere danno una cattiva immagine non solo della curia, ma della Chiesa. E di conseguenza è compito di tutti noi che facciamo parte di questa Chiesa e siamo pubblicamente rappresentati da questa curia, chiedere spiegazioni e spiegazioni convincenti. 

Se la curia non reagisce, il malcostume viene tollerato

So già la risposta della quale tutti siamo straconvinti: non tutti i curiali sono così. Ci mancherebbe. Ma, proprio perché non tutti sono così, la curia deve reagire chiedendo spiegazioni al responsabile dell’ufficio che ha il compito di vegliare sulla buona gestione delle notizie. O ci sono spiegazioni o si tirano le conseguenze se le spiegazioni non ci sono. Anche per salvare la faccia della diocesi e dei curiali che fanno onestamente il loro dovere. 

Perché ci si concederà che se il responsabile delle notizie della curia lascia uscire o fa uscire in maniera così clamorosa una notizia così delicata, con che faccia poi lo incarichiamo di curare i “rapporti istituzionali” della diocesi, come delegato vescovile? Se uno ha curato male le notizie, a quale titolo gli facciamo curare le relazioni istituzionali che sono ancora più delicate delle notizie? 

Per cui noi, ignari “non addetti ai lavori”, aspettano una reazione ufficiale degli “addetti ai lavori”, cioè della curia stessa. Fiduciosi. 

Leggi anche: Carrara 

3 Comments

  1. Antonio ha detto:

    Forse i laici cattolici dovrebbero essere più adulti e dibattere senza false pelosità vizi e virtù della Chiesa, preti e diocesi comprese….che poi sia un prete, che fortunatamente crede ancora nella svolta conciliare, è ancora più indicativo di un clima diocesano dove tutti sono allineati e zitti, dove si ragiona e si dibatte poco..e noi poveri laici a tenere in piedi fintamente un sistema che non c’è più se non nell’immaginario dei nostalgici preconciliari…

  2. Giovanni ha detto:

    Caro Monsignore è conscio del fatto che se si dovesse fare un sondaggio sull’argomento al 99% dei bergamaschi non gliene frega niente?
    deve dar voce sempre ai suoi pruriti?
    Saluti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


The reCAPTCHA verification period has expired. Please reload the page.