La preghiera nella disperazione

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Un attore famoso sta male: pregate per lui.
Sul senso possibile del pregare.
Uno (strano) consiglio di Giovanni, quello di Aldo, Giovanni e Giacomo

La preghiera nei momenti più drammatici

«Pregate per lui»: è il drammatico appello lanciato attraverso il popolare sito Tmz dall’entourage di Jamie Foxx, nome d’arte di Eric Marlon Bishop, 55 anni, attore, cantante e produttore cinetelevisivo ricoverato da tre settimane in un ospedale di Atlanta dopo un malore. Foxx era nella città della Georgia per le riprese del film «Back in action». Sulle condizioni dell’artista la famiglia mantiene il più stretto riserbo e nonostante l’ottimismo trapelato qualche giorno fa c’è comunque ancora molta preoccupazione sul suo stato di salute.

Questa la notizia dal sito del Corriere.

E’ un atteggiamento ricorrente: la preghiera per le situazioni difficili. E’ la preghiera, insieme più ingiustificata e più giustificata. Ingiustificata perché è smaccatamente utilitarista: si sta male, “proviamo anche con Dio, non si sa mai” cantava tanti anni fa Ornella Vanoni. Ci si rivolge a lui quando i nostri mezzi non bastano o pensiamo che non bastino. Le nostre medicine non funzionano, l’operazione è andata male, le previsioni sono fosche… Non ce la facciamo. Pensaci tu, Dio che stai sopra di noi, “sopra i coppi di casa mia” come diceva mio nonno. 

Chiedo l’impossibile perché sono impossibilitato

Ma è anche la preghiera più giustificata. E’ la richiesta del dono più difficile, la richiesta di un miracolo. Chiedo l’impossibile perché sono impossibilitato. Sono nella povertà più estrema e nel più estremo bisogno. E alzo gli occhi verso il cielo.

Nello smarrimento in cui mi trovo, sono nella situazione migliore per capire chi sono io e chi è Dio. Io sono fragilissimo e Dio può tutto. La cosa più ragionevole che posso fare è abbandonarmi a un Padre che, amando come solo lui può amare, può tutto. Anche perché io non ho più altro da fare.

Ma la fiducia estrema di adesso dovrebbe essere lo “stato d’animo” migliore di sempre. Sono un bambino nelle braccia di Dio. La misura della forza mia è la fiducia nella forza sua, quella del bene che mi vuole.

L’acqua della pasta secondo Giovanni. Non l’evangelista

Spopola su Instagram un video di Giovanni Storti, attore e comico del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, che spiega di non buttare via l’acqua della pasta perché, essendo ricca di amidi, può essere riutilizzata. Propone di utilizzarla per lavare i piatti per via della sua azione “sgrassante” e anche di farci un pediluvio. 

Ancora dal Corriere. Lo facevo già. Ma non avevo pensato al pediluvio. Suggerimento prezioso. 

La necessità aguzza l’ingegno, anche su come riusare l’acqua della pasta asciutta

Però come è vero che “la necessità aguzza l’ingegno”. Se Giovanni avesse suggerito una cosa del genere in tempi di vacche grasse sarebbe stato preso per quello che è: un attore comico.

Invece, avendo suggerito quella trovata in tempi di vacche molto magre è stato preso per quello che non si pensava che fosse: una persona seria.

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