E’ stata pubblicata, sull’Eco di Bergamo di ieri l’altro, domenica delle Palme, una prima lunga lista di nuovi incarichi a preti e laici. E’ tradizionale. A Bergamo, con l’inizio della primavera, non arrivano solo le rondini, ma anche nuovi parroci, nuovi curati, nuovi incarichi a laici. Sono le “lenzuolate di primavera”.
Essendo tante le nomine, sarebbero tante anche le cose da dire. Nella lista degli incarichi importanti, ci sono novità interessanti. Sabrina Penteriani, direttrice del settimanale Santalessandro, è delegata vescovile per la cultura: donna nei “piani alti” della curia. Mica male. Mons. Giulio della Vite è nominato delegato vescovile “per le relazioni istituzionali e gli eventi diocesani” e resta addetto stampa. Poi ci sono nuovi direttori di ufficio: ufficio per la pastorale delle persone con disabilità (dott.ssa Cristina Borlotti), ufficio per la pastorale per la vita consacrata (suor Gemma Boschetto). All’ufficio per la pastorale dei migranti è stato confermato don Sergio Gamberoni.
Della Vite. E’ un caso curioso. Della Vite era, e lo sarà fino al termine stabilito di settembre, “segretario generale della curia”. Il ruolo non esiste nel “codice di diritto canonico”, il testo legale della Chiesa, ma non esiste neppure nelle strutture diocesane. Quando mons. Della Vite lasciò il suo incarico in Vaticano, venne creato per lui, precisamente, questo incarico inedito.
Adesso cambia. L’annuncio del cambio viene introdotto da una premessa: “attualmente Segretario Generale della Curia Diocesana, sarà invece Delegato Vescovile… “. Quell’”invece” significa, così possiamo tentare una spiegazione, che non lo sarà più lui. Diventa probabile prevedere che non lo sarà più per nessuno. Il segretariato generale della curia nasce e muore con lui. Insomma, dove arriva mons. Della Vite l’incarico viene creato “su misura”, quando lui se ne va l’incarico se ne va con lui. In effetti, il nuovo incarico “per le relazioni istituzionali e gli eventi diocesani” non esisteva nella diocesi di Bergamo e, per quanto se ne sa, non esiste altrove.
Penteriani. Riuscirà la sola donna “altolocata” a fare in libertà? Oltre a ricevere ordini riuscirà anche a darne? Da chi li riceverà e a chi li darà? Il problema è serio. Il termine “cultura”, infatti, è molto fluido. Tutto può essere cultura e i confini sono incerti. Ma dove i confini sono incerti, molti si possono ritenersi autorizzati a oltrepassarli: da “fuori” si può entrare e, teoricamente, da “dentro” si può uscire. La cultura può inglobare tutto, ma il tutto può inglobare la cultura.
Per Sabrina Penteriani temo soprattutto questa seconda ipotesi. Deve agire in un mondo come la curia, dove, da sempre, dominano i maschi e, soprattutto, i preti. Altre donne sono in curia. Ma hanno ruoli più defilati e definiti. Sabrina è chiamata a dissodare un terreno. Compito profetico, ma difficile.
Pochi parroci: solo sei nomine. Anche se il documento annuncia: “Alle seguenti nomine faranno seguito altre comunicazioni dopo la Pasqua”. Si tratta forse di abbozzo di una “nuova” linea (nuova tra virgolette, per ora). Sono pochi, non solo perché si fatica a trovarli, ma anche perché è bene che sia così. Ed è bene perché si sta pensando, probabilmente, a una diversa organizzazione: (relativamente) pochi responsabili e (relativamente) molti collaboratori. Concentrazione delle responsabilità e ampliamento della collaborazione.
Con una sola precisazione: questo stato futuro funzionerà se i responsabili saranno buoni responsabili e i collaboratori sono buoni collaboratori. Una mentalità da costruire. E non può costruirsi soltanto calandola dall’alto. Si sente, in questi casi, la funzione, forse mancata, delle strutture periferiche che dovrebbero preparare persone e strutture e far maturare, con molto tempo e molta fatica, la mentalità nuova.
Di tutto questo si parla poco. L’opinione pubblica ecclesiale continua a latitare. E’ un bel problema, questo. Ne riparleremo.
Ne avremo l’occasione, anche perché, appunto, restiamo in attesa della seconda e, forse, più consistente lenzuolata di primavera.
1 Comment
Riporto; Diocesi di Bergamo. La prima “lenzuolata di primavera”.
Una donna delegato vescovile per la cultura.
Considerazioni su alcuni dei nuovi incaricati.
Una Rondine, non fa Primavera.