
I mondi lontani: le parrocchie e i sinodi. Mi chiedo infatti: “Sinodo” che cosa è, che cosa significa per le tante persone con cui lavoro ogni giorno nella mia comunità cristiana? Non so quanti hanno ben chiaro il significato di questa parola, anche perché non se ne sente parlare molto. Se si cerca sul vocabolario nell’Enciclopedia Treccani, si trova:
“sinodo dal lat. tardo synŏdus (f.), gr. σύνοδος (f.) “adunanza, convegno, assemblea” syn-hodos, letteralmente “camminare insieme. Nella Chiesa cattolica, il Sinodo dei Vescovi fu istituito da papa Paolo VI il 15 settembre 1965 con la lettera apostolica-Motu proprio Apostolica sollicitudo in risposta al desiderio dei padri del Concilio Vaticano II per mantenere viva l’esperienza dello stesso Concilio. Sinodo diocesano è l’assemblea di sacerdoti e di altri fedeli di una Chiesa particolare, opportunamente designati, i quali prestano la loro collaborazione al vescovo per studiare i problemi della vita pastorale, dare vigore alle leggi ecclesiastiche, promuovere la vita cristiana, il culto divino e la comunione ecclesiale”.
Una necessaria premessa per capire quanto tutto questo sarebbe dovuto entrare poi nel vivo delle nostre parrocchie. Mi hanno detto che il nostro Vescovo, nelle visite pastorali vada ripetendo il bellissimo mantra che dovrebbe contraddistinguere le nostre comunità: fraterne, ospitali e prossime.
Ho l’impressione che, negli anni, molto sia stato scritto… ma pochissimo divulgato e applicato. Ho sentito in molte occasioni fedeli della nostra diocesi lamentarsi proprio di quanto poco, in ormai più di 50 anni (Il Concilio Vaticano II fu chiuso l’8 dicembre 1965 e molti Sinodi si sono susseguiti) le proposte siano entrate effettivamente nella vita delle Parrocchie.
Abbiamo girato gli altari, la messa è in italiano (ma il latino resiste in qualche posto).
Eppure i laici restano ancora, troppo spesso, ai margini, le decisioni sono prese esclusivamente dai parroci, ogni cambiamento e apertura continuano a essere contestati dallo “zoccolo duro” dei cattolici “puri”.
Ultimamente anche Papa Francesco, ritenuto troppo moderno e innovativo, fa storcere il naso a molti cattolici.
Degli ultimi sinodi poco si sa. Forse qualche appassionato ne ha letto i documenti. Sui due della famiglia alcune parrocchie hanno lavorato bene, anche affrontando lo scomodo capitolo sulla comunione ai divorziati. Altre li hanno saltati a piè pari, continuando con le prassi di sempre.
Quello sui giovani avrà avuto echi forse negli oratori, ma la sensazione è che l’argomento non ha coinvolto molto la parte adulta della comunità. Che strano però: i giovani sono i nostri figli e nipoti. E a proposito del Sinodo sull’Amazzonia e dell’Enciclica Laudato sì…, pensiamo che questi eventi abbiano cambiato il modo con cui i cattolici delle nostre comunità guardano a quel paese, e di conseguenza alle emergenze ecologiche del pianeta? Temo che resti vero il mio personale mantra: I mondi lontani: le parrocchie e i sinodi.
E’ nato qualche gruppo appassionato alla “Greta Thunberg” insieme alla preghiera? Forse sì, magari sono io che non li conosco. Ma, alla fine, dopo tutto il resto, nasce la domanda semplice semplice: perché non ne so niente?
Nelle nostre parrocchie non si sa quasi nulla delle iniziative nate nelle altre, ispirate dai Sinodi.
Un tam tam più forte non potrebbe forse raggiungere anche i paesini delle valli, le parrocchie di città e della pianura? Negli ultimi due anni, certo, ci si è messo anche il COVID, ma non era forse tempo propizio per ripensare a quante cose avrebbero già potuto cambiare nelle nostre parrocchie e comunità?
Penso che in tanti potrebbero smentirmi o confermare in parte le mie parole.
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Leggero come una piuma!
[…] anche gli articoli di: Nadia Perletti Ada Doni Alberto […]