
Il Sinodo e i molti problemi della Chiesa. Se ne parla proprio perché il Sinodo è in corso. Nello scorso luglio, in un’intervista, la teologa Serena Noceti rimarcava come le sollecitazioni più interessanti sul tema del Sinodo fossero fino ad allora giunte «da laici, uomini e donne, che chiedono con forza di affrontare una serie di temi decisivi per il futuro della Chiesa nel nostro Paese».
Un laico – Fulvio De Giorgi, è ordinario di Storia dell’educazione all’Università di Modena e Reggio Emilia. Fulvio De Giorgi è anche l’autore di un volume recentemente pubblicato da Morcelliana – Scholé, Quale Sinodo per la Chiesa italiana? Dieci proposte (pp. 176, 16 euro, ebook a 11,99 euro).
De Giorgi si dice convinto che l’avvio di un percorso sinodale, secondo un’idea accennata da Papa Bergoglio già nel Convegno ecclesiale nazionale di Firenze del 2015, rappresenti una necessità storica. A fronte di una serie di questioni irrisolte, alla domanda «Ci vuole proprio il Sinodo?» egli risponde: «Sì, e non è detto che basti: e tuttavia è necessario. (…)
Siamone consapevoli: o ci alziamo e camminiamo, per quanto possa essere faticoso all’inizio, o ci avviamo alla cancrena ecclesiale».
Non ci si può illudere, infatti, che i nodi prima o poi si sciolgano da soli. Rispetto a un non lontano passato, in particolare, «le comunità ecclesiali si sono impoverite di apporti giovanili e sembra quasi che abbiano perduto la capacità stessa di parlare alle nuove generazioni, di capirle, di dialogare simpateticamente con loro.
Questo è certo il dato più eclatante. Ma altri processi, forse meno evidenti e macroscopici, sono pure presenti».
Le proposte – avanzate da De Giorgi – di temi su cui potrebbero concentrarsi i lavori sinodali sono varie. Vanno da un riconoscimento a livello ministeriale della diaconia femminile a un nuovo approccio pastorale verso le persone omosessuali. Riguardano le implicazioni per la vita coniugale dell’esortazione apostolica Amoris laetitia all’adozione di ulteriori. Chiedono drastiche misure – compresa la scomunica latae sententiae – contro quei membri del clero che commettano atti di pedofilia.
Su alcuni punti, tra quelli toccati dall’autore, si potrà anche essere di diverso parere. Ci ha lasciato dubbiosi, per esempio, l’ipotesi di «spostare» – anche solo per un anno – la data del Natale. Come ci ha lasciato perplessi la proposta di unire nello stesso giorno le celebrazioni dei santi patroni di tutte le città italiane, allo scopo di liberare queste feste dalle incrostazioni neo-pagane e consumistiche.
Ci sembra in ogni caso che vada preso sul serio l’avvertimento di Fulvio De Giorgi sul rischio di un Sinodo in cui si parli di tutto, attenendosi a un registro comunicativo rigorosamente «istituzionale», senza però decidere nulla.
«L’individuazione delle priorità – ribadisce De Giorgi – è fondamentale: perché il Sinodo deve essere l’ora delle scelte, delle scelte preferenziali. Poi, ovviamente, si sa che tutta l’azione pastorale va portata avanti, ma occorre rifiutare l’idea di un Sinodo-tuttologo (e magari “dottrinale”) per un Sinodo-scelta (soprattutto “pastorale”).
Per questo motivo può essere opportuno che, fin dall’Instrumentum Laboris, il Sinodo si concentri su poche questioni fondamentali, sulle quali strutturare la fase locale ma anche aprire dei Forum nazionali di discussione».