Le molte messe di tutti i giorni. Non vanno

La messa tutte le domeniche in tutte le parrocchie. Impossibile
Maggio 7, 2024
Un anno ricordando don Milani. Intervista a Rosy Bindi
Maggio 9, 2024
Le molte messe della domenica, in alcune parrocchie, stanno diventando impossibili. Vedi l’articolo di ieri.
Ma anche le messe dei giorni feriali hanno molte controindicazioni.
Non esiste solo la messa

Le molte messe hanno banalizzato la messa

Non sono soltanto le messe domenicali a essere numerose, ma anche le messe feriali. Se ne celebrano parecchie in molte chiese. Intanto, anche queste messe subiranno, a breve, una contrazione per la ragione per cui dovranno subirla le messe festive: i preti diminuiscono. Basta fare mente locale ad alcuni decenni fa: tutte le parrocchie, tutte le chiese anzi, avevano la loro messa. 

Molte di queste tradizioni liturgiche si sono ridimensionate per la ragione di cui sopra. Tutta via, ancora oggi questa tradizione resiste. Molte chiese parrocchiali hanno più di una messa ogni giorno. 

Osservazione “a monte”. La messa è l’evento più forte nel quale la fede cristiana e soprattutto la fede cristiana di una comunità si esprime. Ma, essendo l’evento più forte, lo si è fatto diventare, col passare del tempo, l’evento più comune. Siccome una messa è cosa molto bella perché non celebrarla spesso? La messa ha finito, a quel punto, per assorbire diverse altre forme di preghiera. I più anziani ricordano come rientrava nei doveri del buon cristiano pregare al mattino e alla sera e chi non pregava lo confessava come un peccato. L’enfasi sulla messa ha fatto decadere di importanza le antiche preghiere diverse dalla messa. Siccome la messa “è tutto”, il resto tende a diventare niente. Così la messa, punto di arrivo altissimo, è diventato punto di partenza bassissimo. Tanto che si tende a far coincidere il cristiano con colui che “va a messa”. 

Le molte messe hanno fatto dimenticare le altre forme di preghiera

Osservazione “a valle”. Le preghiere comunitarie al di fuori della messa sono poche, pochissime anzi. Il vecchio rosario è riservato a pochi intimi. Le “nuove” preghiere della liturgia delle ore non hanno decollato e sono rimaste forma di preghiera ancora più riservate del rosario. Per cui, domanda: se una comunità vuole pregare che fa? Fa una messa. E se non è possibile fare una messa? Non fa nulla. Risultato paradossale: la messa, che dovrebbe rappresentare la massima ricchezza spirituale di una comunità, rischia di segnare la sua massima povertà. Il segno tangibile di questa povertà sono le messe feriali più spopolate di quelle festive. Manca il coraggio di dire basta dove non ci sono ragioni per continuare. Molte delle nostre mancate scelte pastorali sono prigioniere delle nostre abitudini. 

Le forme di preghiere, comprese messe domenica e messe feriali, che non trovano risposta vanno chiuse. Tenere in piedi una cosa che non è più sentita significa mettere in mostra la sua inefficacia e quindi danneggiarla ulteriormente.

Le forme liturgiche che vanno ancora vanno valorizzate, comprese ovviamente le devozioni cosiddette popolari. Vanno curate con grande attenzione. Bisogna liberarle dal pericolo della banalizzazione.

Le nuove forme di preghiere – le succitate liturgie delle ore – se sentite da pochi vanno fatte sentire ancora di più da quei pochi, per fare in modo che diventino, anche se limitatamente, esemplari. 

Perché, pregare, per una comunità cristiana, è vitale e se non riesce a pregare “bene” si deve chiedere se non sita andando in crisi la sua stessa fede.

Leggi anche:
Carrara

Comments are closed.