+ Dal Vangelo secondo Matteo
Vangelo di Matteo 4, 1-115
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Inizio di quaresima e, come sempre, torna il racconto delle tentazioni di Gesù. Resta intatto il racconto del fascino del miracolo (le pietre che diventano pane), del fascino della religione e del sacro (il tempio e la forza di Dio che si manifesta in maniera spettacolare). Il demonio propone a Gesù (e ai progenitori nel paradiso terrestre, prima lettura) di accaparrarsi di quella forza, di usarne per sé.
Sempre gli uomini, infatti, sono tentati di servirsi di Dio e di usarlo per il proprio vantaggio. Ma è allora che si crea una situazione esplosiva. È quella descritta, mirabilmente, nei “Demoni” di Dostoevskij. Se Dio sparisce dall’orizzonte dell’uomo, immancabilmente, qualcuno ne prende il posto. Poi altri fanno lo stesso e altri ancora: è un processo di una violenza vorticosa. Tutti si scontrano presi dalla frenesia di assoluto. La conclusione è drammatica: l’uomo voleva essere Dio, ma, alla fine, finisce per essere meno uomo.
Abbiamo parlato molto della guerra, in questi giorni. Nella guerra c’è sempre qualcosa di questo desiderio di assoluto. Spesso, infatti, la guerra nasce da un sogno di onnipotenza. Qualcuno vuole tutto o più di tutti, o nei beni materiali – la tentazione del pane – o nell’uso interessato della religione – la tentazione del Tempio – o nel tentativo di espansione illimitata del proprio potere – la tentazione finale. Il dramma della guerra finisce per essere la manifestazione di questo dramma ancora più grande: l’uomo, in un modo o nell’altro, in una forma più o meno vistosa, vuole essere come dio e soffoca gli altri. La fratellanza umana è finita.
Intanto, come è importante, per tutti noi, che vigiliamo perché quella grande tentazione non si annidi nei nostri piccoli gesti quotidiani. Spesso i piccoli soprusi di tutti i giorni rivelano la grande tentazione: mettere le mani sugli altri, annetterli, usarli. Il vangelo di oggi diventa una specie di ammonimento: stai attento: può succedere anche a te.