Custodire l’umano – rubrica a cura di Ivo Lizzola
Sempre una comunitá ospita solitudini e fragilitá, o passaggi nella prova, cosí come vive delle energie, delle relazioni, dei desideri e degli interessi delle persone. Nelle famiglie, nel vicinato, nelle esperienze condivise, nel lavoro ben fatto, nelle solidarietá generose. Nelle vite normali.
Tenere legate queste dimensioni é l’arte di chi governa, promuove, coordina, sostiene.
Per le solitudini e le fragilitá servono ruoli e luoghi di ascolto, anzitutto; e subito punti di riferimento e di appoggio. Subito dopo, anzi insieme a questo è importante attivare lí attorno relazioni e presenze perché le vite delle famiglie, e di ognuno, si sentano in compagnia, sentano vicinanze. Si sentano affidate a competenze.
Nei casi piú complessi, nelle storie problematiche è questo che permette di riorganizzare e riprogettare la vita (gli spazi, i tempi, le risorse) delle persone e delle famiglie. Si tratta di aiutarle nella loro relazione con servizi e presidi sociali presenti nella comunitá e sul territorio, costruendo con loro pratiche reali e progetti di vita.
Questo é il lavorío delle politiche sociali, l’orizzonte in cui si muove la loro azione tra servizi, assistenza, tessitura di progetti e nuovi significati. Anzitutto è politica della vicinanza (nessuno sia lasciato solo), della attivazione di ascolti dei segnali di fatica e sofferenza. E’ politica delle competenze (ci sono saperi e servizi che possono aver cura), conosce e indica come chiamare e far intervenire i sistemi della salute, del servizio sociale.
Collegare presenze di sostegno e risorse volontarie
E’ politica dell’artigianato delle relazioni, che collega presenze di sostegno delle famiglie e risorse volontarie e associazioni. Poiché non si incontrano solo bisogni e problemi da risolvere e soddisfare: si incontrano sempre storie, biografie personali e familiari, le cui condizioni cambiano, che cercano nuovi percorsi e nuovi incontri.
Quella delle politiche è una tessitura, oltre che offerta di presìdi, è cura di luoghi e occasioni comunitarie, è attivazione di reti e di connessioni (non tutti i cittadini hanno risorse e capacitá per muoversi in autonomia). Occorre curare legami e comunicazioni, scambi di conoscenze, di immaginazioni e di progetto.
Una buona politica è una buona regia, competente e sensibile.
Le politiche social per le persone e le famiglie hanno, certo, un loro campo proprio di attenzioni al benessere, alla salute ed alla cura, ma vivono di forti legami.
Da un lato con le politiche scolastiche ed educative, luogo di attenzione e di collaborazioni preziose. Certo con le politiche della casa e dell’ambiente: dove si svolge la vita. E con le attenzioni alla cultura ed allo sport, ed alle occasioni di incontro, festa, tempo libero. Tutti luoghi (ed in modo particolare lo sport!) di relazione tra le generazioi, di confronto e di alleanza. Sono vite che cercano vita: sono mondi vitali.
Una politica che cura luoghi e beni comuni
E’ lo stile di tutta una azione política e amministrativa che garantisca la cura della comunità, dei luoghi e dei beni comuni, dei tempi e dei luoghi di vita, del sentire il vivere insieme non come fatica ma come rassicurazione. Nel riconoscimento, nel rispetto reciproco, nel poter contare su altri, nel non sentire esclusione, in una certa serenità.