Cavallini/Silenzio e ascolto in mezzo alle molte parole

Mattarella Presidente. “Naturalmente”
Gennaio 31, 2022
suor Rosalina, il vaccino e la Provvidenza
Febbraio 2, 2022
Visto da Sud/Siamo distratti dai molti, troppi messaggi.
Diventa necessario fermarsi, ascoltarsi, ascoltare.
Fare silenzio

Leggo nel libro: “L’avenir du sensible. Les sens et les sentiments en question”

L’effetto essenziale dei media consiste nel promuovere e sviluppare una cultura di sensazioni attraverso la stimolazione e nel controllare l’alternanza tra facoltà di attenzione e di non attenzione. Per il suo modo di funzionare, i media provocano e aumentano la non attenzione di ciascuno attraverso le sollecitazioni visive e uditive diverse, che non richiedono riflessione.
Quest’ultima necessita tempo e, di conseguenza, è suscettibile di aumentare la distanza, di suscitare la critica, di favorire la resistenza, di rendere più probabile il rifiuto.
Le difficoltà a percepire hanno a che fare con la sensazione continua, la perdita dei limiti, lo svanire di punti di appoggio solidi e duraturi: noi siamo avvolti da un flusso costante a livello della percezione, e discontinuo a livello psichico, favorendo l’effimero e, attraverso di questo, l’indistinto.
I media offrono sensazioni che incitano alla ricerca di altre sensazioni, sempre più sensazioni, sempre più forti e inedite»
(C. Haroche, PUF, Paris 2008, p. 225).

Le nostre vite quindi diventano liquide, fluiscono senza fermarsi nel torrente delle sensazioni che invadono e ottundono, che non si fermano mai. Senza lo spazio né il tempo per la riflessione personale, per le decisioni mature e proprie, per la ricerca di senso. Senza rendercene conto, facciamo nostri nuovi modi di esperire la nostra stessa identità, che pure diventa liquida, inconsistente.

Ogni giorno 15 minuti per ascoltarsi

Avere dei tempi di silenzio (sia giornalieri, che settimanali, che annuali) è fondamentale per una vita psicologicamente sana e soprattutto consapevole e lucida.

Credo che nella nostra formazione cristiana dovremmo recuperare uno strumento spirituale che si chiama “Rilettura della giornata” o “Esame della giornata”. l quale consiste, detto in sintesi, nel prendersi quindici minuti di silenzio a fine giornata, visualizzare con la mente i vari momenti vissuti e poi scriversi su un quaderno/diario cosa della giornata ci ha toccato di più, ha suscitato più risonanze/stati d’animo/riflessioni.

Questo esercizio di ascolto di sé e di consapevolezza genera tanti frutti positivi,  non ultimo quello che, nel tempo, si  ricavano alcune luci sul proprio percorso di vita.

15 minuti per ascoltare. Dio ci parla

Per noi cristiani il silenzio ha un ulteriore valore fondamentale. Noi infatti crediamo che Dio “parli” attraverso due canali principali: la vita e la Parola.

Crediamo che la vita, il vissuto quotidiano, siano veicoli di senso, attraverso i quali Dio si rivela a noi. Ciò accade nella misura in cui “registriamo” (con l’esercizio della Rilettura della giornata) i movimenti del nostro cuore e nella misura in cui ci dotiamo dello strumento per interpretare e quindi riconoscere l’azione dello Spirito di Dio. Questo strumento si chiama “discernimento spirituale”.

E poi nella Parola. Noi crediamo in un Dio che parla: “E Dio disse…” (Gn 1,3). Un Dio dalla cui parola dipende la vita in pienezza: “Non di solo pane vive l’uomo ma da ogni parola che esce dalla bocca di Dio”  è l’esperienza del popolo nel cammino nel deserto (Dt 8,3;  Lc 4,4) il quale si rende conto che la vita vera è di più della semplice vita biologica.

Una Parola che è “Viva ed Efficace” (Eb 4,12) “Come la pioggia e la neve… così sarà della mia parola, uscita dalla mia bocca, non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata” (Is 55,10-11). Crediamo ad un Dio che parla in modo “incarnato” che ha qualcosa da dire ad ognuno, nella propria unicità e nel proprio momento concreto che si sta vivendo. E se Dio parla, la prima preghiera, quella più importante è il Silenzio, la meditazione della Parola (vedi anche l’articolo di Ada Doni).

Come Gesù, rileggere le proprie giornate, meditare

Generalmente noi però non siamo abituati a pregare meditando, spesso recitiamo le preghiere “classiche” oppure crediamo di “dialogare” con Dio che è invece un monologo in cui noi diciamo o chiediamo a Lui cose, ma non ascoltiamo quello che ci dice Lui attraverso la sua Parola.

Gesù in questo è un esempio: spesso si prendeva del tempo per stare in silenzio sia per “rileggere le proprie giornate” e sia per meditare. Per questo credo fortemente che tutta l’azione pastorale debba tendere a condurre le persone a vivere un’autentica, vivificante, profonda, personale relazione con Dio che passa dal silenzio, dalla meditazione della Parola e dall’ascolto della vita.

Dai tornei di calcio alle gite, ai cammini di gruppo, al CRE, ai campi, ecc. affinché tutto gradualmente porti a formare nelle persone questa relazione con Dio.

Nota

Per chi vuole scoprire un metodo di metilazione della Parola nel silenzio si possono vedere queste indicazioni video:

https://www.youtube.com/playlist?list=PLAM29l-WVg5zQepu8ozFzhMZuJB_OW1c7

1 Comment

  1. Amelia ha detto:

    Ho ascoltato con vivo interesse il
    percorso -pellegrinaggio della preghiera ignaziana.
    Mi riservo di approfondirlo, passo, passo, per farne
    cammino quaresimale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


The reCAPTCHA verification period has expired. Please reload the page.