Ce n’è una che, a prima vista non sembra dire nulla. E invece dice moltissimo. Mattarella cita le condizioni di emergenza che stiamo attraversando e aggiunge:
Queste condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati, e naturalmente devono prevalere su altre considerazioni e su prospettive personali.
Eccola la parolina: “naturalmente”. Cioè: “va da sé”, “è ovvio che”. Mattarella lo aveva detto: sognava di fare altro e aveva già preso casa. Adesso, invece, gli dicono che lo hanno rieletto e i voti dei parlamentari diventano, per lui, l’indicazione precisa di un dovere, dal quale non può esimersi, “naturalmente”.
È sorprendente, in mezzo a tanti interessi privati che prevaricano sulla politica, a tanto “particulare” che fa violenza al pubblico, è sorprendente che un vecchio politico dica che la buona politica sta nel contrario. Non servirsi della politica, ma servire la politica. E, nella fattispecie, i voti dei rappresentanti del popolo diventano dovere dal quale non ci si può sottrarre. Naturalmente.
Mi sono chiesto: ma Mattarella avrà proprio pensato a quell’avverbio, “naturalmente”? Forse no. Anzi: speriamo che no. Perché vorrebbe dire che per lui non è necessario pensarci per capire che a quei doveri non ci si deve sottrarre. Il “naturalmente” gli è venuto naturale.
E mi sono anche chiesto: e se questo “naturalmente” fosse il segno più convincente della ispirazione cristiana del politico Mattarella?
Perché Mattarella è cattolico e di vecchia formazione. I vecchi sani politici di formazione cattolica non sentono il bisogno di grandi esibizioni pubbliche della loro fede. Ce lo immaginiamo Mattarella che bacia rosari in pubblico? Diremmo che è fuori di testa. E diremmo bene.
Sentono, certo, l’esigenza di essere coerenti nel loro modo di fare politica con il loro modo di credere. Ma così: facendo prevalere i doveri richiesti dal bene di tutti sui vantaggi richiesti dal bene proprio. Questo è il segno di una buona politica. Naturalmente.