Come Assistente Ecclesiale Agesci della Zona di Palermo (precisamente si chiama Zona Concadoro) ho contribuito al primo “Cantiere della legalità” della durata di una settimana in occasione del trentennale della strage di Via D’Amelio.
Il titolo del Cantiere era “sentinelle di memoria operante” rivolto a ragazzi di diversi clan scout di varie parti della Sicilia e d’Italia. Un totale di 25 ragazzi tra i 18 e i 19 anni. Con esperienze di Chiesa, fede e spiritualità molto diverse.
Il Cantiere prevedeva momenti di formazione con approfondimenti circa la mafia e la lotta alla mafia con testimonianze, riflessioni e incontri. Prevedeva la realizzazione di una “Veglia-recita” da vivere la sera del 18 luglio in Via D’Amelio che aiutasse a far riflettere le centinaia di persone presenti e a far vivere una “memoria operante” motivando all’impegno quotidiano. Parte del cammino erano anche momenti di spiritualità che competeva svolgere a me.
Per me è stato molto stimolante sia per la “devozione” che ho per la figura di Paolo Borsellino, sia per quanto quella strage che coinvolse gli agenti della scorta mi toccò profondamente e indelebilmente e sia il poter partecipare alla memoria in modo attivo.
Soprattutto confrontarmi con ragazzi e capi scout provenienti da varie realtà e verificare se la proposta spirituale fosse stata accolta e vissuta coinvolgendosi ed anche avesse una sua efficacia.
Concretamente consisteva in queste tre tappe giornaliere:
L’eucarestia celebrata la Domenica.
Devo dire che tutti questi momenti sono stati vissuti con intensità e molto frutto. Per lo stupore dei capi scout che non credevano che i ragazzi potessero meditare così e gustare così tanto la “Parola”. Di come le “Regole del discernimento” siano fondamentali per fare scelte di qualità proprio a partire dall’adolescenza e di come le abbiano gustate e assimilate.
Di come la rilettura della giornata sia fondamentale per essere presenti a se stessi, consapevoli di ciò che si vive e riconoscere l’azione dello Spirito nel quotidiano.
Alcuni di loro pensavano di portare nell’esperienza di route che iniziavano a breve nei relativi clan questi tre momenti, altri sottolineavano come non avessero mai pregato così.
Per me è stato un rimando molto importante che mi conferma ulteriormente nell’insistere con questi strumenti nell’attività con i ragazzi e anche per i capi scout presenti che spesso non valorizzano il momento di spiritualità in modo sufficiente durante le varie esperienze che fanno vivere ai loro gruppi.
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