Materia, antimateria, il mondo, la morte… Faust non aveva risposte certe (e come poteva essere certo?). Ma nemmeno poteva accantonare le domande con un’alzata di spalle. Gli venne in mente una lezione di un suo maestro, che per comprendere il senso della verità aveva indicato la parola greca “aletheia”, che significa “ciò che non è nascosto”, “ciò che emerge dal nascondimento”. E poi un altro maestro che aveva scritto un libro intitolato “La natura ama nascondersi”. Natura? Amare? La natura ha passioni simili a quelle umane? Le passioni umane fanno parte della natura? E il nascondino non era quel gioco assai diffuso tra i cuccioli d’uomo?
Materia, antimateria, il mondo, la morte… e il resto. Se esiste (ed esiste!) l’antimateria, potrebbe esistere anche l’antirealtà. Esistono universi alternativi? La curva dello spaziotempo ha un senso anche dentro i buchi neri? L’antimateria oscura è solo una probabilità teorica? Ma che cos’è una teoria? È un vestito che mettiamo alla realtà nuda oppure è l’occhio indispensabile per vedere la natura, che altrimenti non sapremmo conoscere? Dove finisce la fisica e dove inizia la filosofia? Forse sono un’unica entità, come lo spaziotempo?
Improvviso arrivò il suono. Il termoregolatore avvisava che la bevanda era pronta, calda al punto giusto. Il dispensatore automatico portò il contenitore sul piano antistante. Faust si allacciò il dispositivo antidispersione e iniziò a succhiare, come un neonato. Fissò la cannuccia e cercò di calcolare la quantità aspirata in un secondo. Quante molecole? Quanti elettroni? La realtà forse non è vera, però si può contare. E anche questo fatto, conta.
Che ruolo svolge la matematica? Perché i fenomeni sono descrivibili con i numeri? E che cosa sono i numeri? La divinità sarebbe il numero uno o il numero zero? Il big bang sarebbe il momento zero o l’uno dell’universo? L’informatica fluttua sulle sequenze di zero e uno. Ma come è stato possibile immaginare lo zero? La mente umana può davvero pensare il nulla? Sono domande umane, troppo umane?
Combinazioni di atomi, di cromosomi, di casualità. Perché si vive? Si tratta di un salto quantico, come i livelli delle orbite degli elettroni? La morte è un nuovo inizio? Una diversa combinazione? E chi possiede la sequenza per aprire la cassaforte della conoscenza? Esistono combinazioni precise o sono tutte casuali? Sappiamo che la realtà non è come ci appare. I nostri sensi non sono adatti per il macro universo ipergalattico e il micro cosmo subatomico. La nostra navicella si trova a circa 25.000 anni luce dal centro della galassia: la distanza percorsa da un fotone mentre facciamo un girotondo intorno alla stella più vicina moltiplicata per 25.000 volte.
Cos’è accaduto circa 14 miliardi di anni fa? Perché le galassie si allontanano in accelerazione? Dov’è e com’è l’energia oscura alla nostra mente oscura? Forse aveva ragione quello scrittore latino, osservatore della natura: “veniet tempus quo posteri nostri tam aperta nos nescisse mirentur”.
Materia, antimateria, il mondo, la morte… e il resto…
In quel momento il dispositivo suonò per la seconda volta e Faust in un attimo infinito capì che era tempo di entrare nello spazio, senza aver compreso quale fosse davvero la realtà e tanto meno la verità della sua esistenza. Si alzò, si infilò la tuta, aprì il portellone ed uscì a riveder le stelle…