
Ieri, 25 novembre è stata la giornata contro la violenza sulle donne. Si sono visti servizi televisivi con molte interviste a donne variamente coinvolte in violenze. Quello che impressiona è l’aspetto epidemico della molestia, del tentativo di approccio furbesco o violento alle donne. E, insieme, impressiona l’affermazione che le intervistate hanno più volte ripetuto, di una diffusa paura e di atteggiamenti di difesa necessari per affrontare la situazione.
Mi è venuta spontanea una considerazione. Come è strana la nostra società. Abbiamo infinite possibilità di relazioni. Viene in mente, naturalmente, internet di cui tutti parlano. Ma anche il telefono che è, sì, il punto di arrivo di internet ma è anche quella scatoletta tascabile che ci permette di parlare con chiunque, in ogni tempo, in ogni luogo. Siamo il punto di convergenza di una rete fittissima. Eppure, in questa rete di relazioni, quelle di cui si è parlato in questa giornata mondiale sono le relazioni dirette, quelle “in presenza” e non relazioni qualsiasi, ma le relazioni più ricche, le più complesse, quelle fra uomo e donna. E in questa giornata siamo stati invitati a pensare non all’incanto di quelle relazioni, ma alla sconcezza della loro profanazione.
Siccome nelle mie relazioni si possono infiltrare quelle sbagliate, evito le relazioni
E fa pensare anche quella conclusione che molte donne hanno tratto, parlando delle molestie di cui sono state vittime: non esco, non esco sola, non esco la sera. In altre parole: riduco le mie relazioni. Siccome nelle mie relazioni si possono infiltrare quelle sbagliate, evito le relazioni. Così la giornata contro le violenze sulle donne ci fa ribadire quello che, ahimè, sapevamo già: abbiamo accesso facile alle relazioni leggere, quelle da tastiera del computer e da cellulare, abbiamo accesso difficile alle relazioni profonde. La nostra tecnologia denuncia le nostre sorprendenti povertà.
E la povertà è denunciata, in fondo, dalla istituzione stessa di una “Giornata contro la violenza sulla donne”. Un’altra giornata per… l’ennesima. Le Nazioni Unite ne celebrano 140 ogni anno. Ci sono quelle nobili per nobilissime battaglie (memoria delle vittime dell’Olocausto, contro il cancro, per la natura, la donna… ).
Una delle 140 celebrate dalle Nazioni Unite. Troppe
Ce ne sono altre, diciamo così, un po’ più particolari (giornata dei legumi, giornata delle ragazze nelle tecnologie dell’informazione, giornata del Jazz, del tonno, degli uccelli migratori, del tè, della luna piena, degli asteroidi, dei servizi igienici…). Poi ci sono le giornate proclamate da istituzioni diverse, compresa la Chiesa cattolica. La giornata contro la violenza sulle donne si perde un po’ in questa marea. Abbiamo troppe cose di cui interessarci e anche le cose molto importanti finiscono per esserlo di meno, per la semplice ragione che sono troppe.