Diventare nonni è sempre stato una fortunata e gratuita vicenda, per la quale non ci sono scuole. Mentre si sprecano i libri e i siti internet pieni di consigli e istruzioni per i genitori, ben poco viene offerto in aiuto ai nonni.
E non si può neppure fare troppo affidamento sul modello dei propri antenati: lo scenario e gli attori sono troppo cambiati. Si vive più a lungo e in discreta salute, si è più istruiti e spesso benestanti, fruitori di viaggi, cultura e attività impensabili sessant’anni fa.
Dal canto loro questi nuovi nipoti sono svegli, precoci, abituati a socializzare quasi fin dalla nascita, nati digitali.
I genitori per lo più lavorano entrambi, sono spesso stressati, sentono una precarietà nell’esistenza e un’incertezza del futuro che i loro fortunati genitori, nati nel secondo dopo-guerra, percepivano diversamente.
I nonni sono diventati utili, richiesti e apprezzati, purché sappiano inventare un nuovo modo di essere tali e non appiattiscano la loro vita su un babysitteraggio h24.
Il legame tra nonni e nipoti è molto speciale: gli adulti, liberi dalle strettoie di leggi e divieti, di ragioni e regole tipiche dei genitori, possono amare con fantasia e inventiva, offrendo anche ai bambini quella sicurezza di equilibrio, maturità e memoria che spesso possono fare difetto ai genitori giovani e impegnatissimi nel lavoro.
I nonni insomma hanno una esperienza di vita e una libertà di azione davvero invidiabili.
Per questo il loro compito è molto importante nell’educazione dei nipoti.
I bambini capiscono per istinto che i nonni hanno vissuto più a lungo, hanno fatto e visto tante cose, e tante ne sanno, compresa l’affascinante esperienza di avere visto i loro genitori da piccoli e aver cercato di aiutarli e proteggerli per farli diventare, a loro volta, nuovi genitori.
Insomma, una sorta di autorevolezza, dolce e simpatica.
Io, ad esempio, pasticcio mediocri acquarelli, spesso divertendomi in compagnia di mia nipote che parlando di me mi chiama: – mia nonna, la pittrice -. Mio nipote invece ha confessato a mio marito che lui è il suo super eroe e gli ha regalato una tazza con non so quale personaggio dei fumetti.
C’è di che sbarellare dalla gioia.
Per questo mi permetto di suggerire a nonni e nonne di leggere, magari insieme, un bel libro ed eventualmente vedere in compagnia il film che ne è stato tratto.
Il titolo è The White Bird di R.J. Palacio, Giunti Editore.
E’ la storia di una nonna che racconta al proprio nipote, un bulletto redento, il proprio passato di bambina ebrea, la cui vita nel sud della Francia, viene sconvolta dalle persecuzioni naziste e tuttavia, per l’aiuto di molti, riesce a non finire nei campi di sterminio.
La relazione tra la ragazzina e i suoi compagni di classe, il mondo della Francia occupata visto con gli occhi di chi ancora è bambino e fatica a capire le crudeltà del mondo, raccontate e spiegate da lei stessa divenuta nonna, sono una grande scuola di vita e di speranza per il nipote.
Anche per noi film e libro possono diventare una bella occasione nella relazione che ci lega ai nostri nipoti.