A 29 anni è l’erede di una fortuna milionaria, di circa 4mila milioni di euro, ma ha scelto di rinunciare al 90% del suo patrimonio. Il motivo?
Dice di non voler essere “così ricca”. La storia di Marlene Engelhorn, classe 1992 (29 anni), studentessa di lingua tedesca a Vienna, ha fatto il giro del mondo.
Marlene è una discendente dei fondatori di BASF, una delle più grandi aziende chimiche del mondo, che nel 2021 ha registrato un fatturato .di oltre 78.000 milioni di euro. Secondo Forbes la nonna di Marlene occupa la posizione 687 nella classifica delle persone più ricche del mondo.
Questa la notizia. Che fa già rumore, appunto, e anche quando non fa rumore, fa comunque pensare.
Da notare alcuni particolari. Marlene Engelhorn non ha deciso di fare la francescana. Il 10 per cento di un patrimonio sconfinato è sempre un bel gruzzolo. Accetta, perciò, di restare ricca, rifiuta di essere sfondata. Accetta una agiatezza ragionevole. È un messaggio interessante.
Il problema drammatico della distribuzione delle ricchezze, nel mondo, oggi, non è tanto la ricchezza in sé, ma la distanza enorme tra la ricchezza estrema e la povertà estrema. Ci assicurano gli addetti ai lavori che il 10% della popolazione mondiale possiede il 76% di tutta la ricchezza. E’ probabile che anche in questa campagna elettorale noi italiani sentiremo ripetere, da parte di alcuni notissimi candidati, che bisogna combattere contro i comunisti. A furia di combattere contro i comunisti abbiamo finito per beatificare i Bezos, i Musk e compagnia. Marlene Engelhorn ci dice che è possibile essere ricchi senza essere irragionevoli.
Ho usato il termine “beatificare”. Non ci ho pensato particolarmente, ma è appropriato, mi pare. Mi viene in mente la frase nota del vangelo.
Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro?” (vangelo di Matteo 6, 24-26).
Le troppe cose, i troppi denari e la troppa preoccupazione e per le cose e per i denari attraggono con un fascino quasi religioso. Il mondo è pieno di idolatri. Il vangelo ci dice che di Dio ce n’è uno solo. E tutti gli altri sono spuri. Questo lo ripetono fino allo sfinimento i preti e, di solito, le loro sono prediche inascoltate. In questi giorni qualcosa di quella verità la dice la ricca ereditiera dello sconfinato patrimonio Basf. Vuoi vedere che, stavolta, il messaggio è un po’ meno predica e un po’ più ascoltato?