Gli ucraini e la guerra. Il racconto di una testimone

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La situazione interna del paese. Disagio e crisi, sia economica che sociale.
La testimonianza di Ludmilla, medico che si è adattata a fare la dama di compagnia.
La devastazione di luoghi e persone rimaste in Ucraina

Gli Ucraini non vogliono più combattere: sono disposti a offrire denaro, ad aiutare profughi da ogni parte del paese, a fare un tifo sfegatato, a raccogliere aiuti materiali e diplomatici ovunque, ma basta arruolamenti e tombe che stanno inghiottendo un’intera generazione.

Nessuno si arruola più volontario, il settore economico protesta per la mancanza di lavoratori in tutti settori, gli studenti universitari lamentano delle difficoltà ad avere le esenzioni temporanee per motivi di studio, è al vaglio una legge che abbassi a 25 anni (da 27) l’età dell’ arruolamento obbligatorio, si rivedono le esenzioni per handicap fisici e mentali, le squadre del TCC (Centro Reclutamento Territoriale) setacciano il paese in cerca di imboscati.

Il racconto di Ludmilla, medico ospedaliero

Queste notizie, pur riportate da alcuni giornali, me le ha raccontate, insieme a molte altre, una dottoressa ucraina che conosco da alcuni anni. Con il suo permesso, rimanendo un po’ sul vago per ragioni di privacy, condivido ciò che mi ha detto.  Relata refero.

Ludmilla è un medico ospedaliero che da circa dieci anni è in Italia, e che d’estate ogni tanto rende il mio appartamentino al mare più pulito di una sala operatoria. Lo fa perché le sono simpatica, l’unico lusso che si permette è lavorare solo per chi le va a genio.

Nel suo primo anno in Italia era stata assunta in un resort in Sardegna, ma ben presto i clienti si sono accorti che non era una cameriera qualsiasi e hanno cominciato a contendersela come badante di anziani… o dama di compagnia, come la chiamo io.

Ludmilla non solo accudisce gli anziani in modo fantastico, ma offre anche sicurezze mediche che nessun’ altra può dare. Io l’ho conosciuta perché assisteva una mia vecchia amica bolognese, tormentata da lupus e tumore.

Ludmilla è venuta in Italia per salvare l’attività di suo figlio, per far laureare le sue nipoti e ha finito per mantenere tutta la parentela.

Perché i guai dei poveri Ucraini sono iniziati tra la fine del 2013 e i primi del 2014, quando Viktor Yanucovich, istigato o minacciato da Putin, ha interrotto l’avvicinamento del paese all’Europa e, dietro le proteste dei suoi concittadini, ha abbandonato l’Ucraina.

Il resto è storia: Putin si è inghiottito la Crimea e ha strangolato l’economia dei ribelli.

Un po’ medico, un po’ infermiera, un po’ dama di compagnia

Nel caos economico e politico Ludmilla si è resa conto che con il corrispondente di 70 dollari di stipendio e l’economia in disfacimento non avrebbe salvato la famiglia. Come liquidazione di un bel po’ di anni di lavoro e con un grado alto di carriera ricevette un divano, un tavolo e qualche sedia. Lo stato ucraino faceva come la Russia dei tempi passati, con gli stipendi pagati a soldati e statali in merci. Con il suo lavoro di “dama di compagnia”, la più richiesta dell’Emilia Romagna e zone limitrofe, ha permesso alla famiglia in Ucraina di vivere decentemente e alle nipoti di andare all’università. Poi è scoppiata la guerra.

Il figlio di Ludmilla nel 2022 ha avuto un incidente, si è rotto braccio e spalla ed è stato operato malamente. Volevano fare causa al chirurgo, ma si sono accorti che questa menomazione gli permetteva di non essere arruolato. Per ora.

Nel suo giorno libero e nelle due ore giornaliere di riposo Ludmilla svolge vari lavoretti extra: medicazioni, punture, pulizie nelle case di chi è simpatico.

Il cimitero del villaggio

Suo figlio le ha mandato una foto agghiacciante che mi ha mostrato: il cimitero della sua cittadina, circa a 400 chilometri da Kiev.

Il cimitero è ora una grandissima distesa di tombe, tutte uguali, che vengono donate dal governo ai soldati caduti, agli “eroi” (beato quel popolo che non ha bisogno di eroi…): enormi lastre orizzontali e verticali di marmo grigio scuro, lucido, tutte scolpite e decorate nello stesso modo, con i nomi scritti in oro e grandi bandiere nazionali alla sommità.

Ludmilla vorrebbe che i suoi cari scappassero in Italia. Dal 2011 la popolazione dell’Ucraina si è dimezzata: da 50 a 25 milioni di abitanti.

Ma suo figlio non vorrebbe abbandonare la loro casetta, costata tanti sacrifici, specialmente di Ludmilla. Le case abbandonate, specie se integre dai bombardamenti, vengono completamente saccheggiate e svuotate, da vicini, profughi, passanti. Questo fa la guerra agli uomini, tutti poveri cristi.

Le sue nipoti si sentono profondamente ucraine e non vorrebbero abbandonare “la loro bella terra”. Le scrivono: – Nonnina bella, vieni tu a trovarci! Sono quasi tre anni che Ludmilla non torna: troppo il timore di non riuscire a ripartire.

Nonnina! Un metro e settantacinque, spallata e robusta, capelli corti ancora biondi e occhi celesti, un viso sempre sorridente.

Per capire l’orrore della guerra non c’è niente come conoscere qualcuno che ne è vittima.

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