Elogio della curiosità

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Punti, puntini, virgole e spunti
La curiosità può essere non un difetto ma una magnifica qualità.
Il cittadino maturo è curioso: non solo vede ma osserva quello che vede.
Un dato strano, da interpretare: gli italiani sono quelli che si lavano di più

Per essere cittadini responsabili è necessario essere curiosi

La Croix, il giornale dei cattolici francesi, ha pubblicato, qualche giorno fa, un’intervista a Bruno David, presidente del Museo di storia naturale di Parigi. Nell’intervista si parla, tra le altre cose, di un tema che riguarda direttamente il ricercatore scientifico ma che è, di fatto alla base di ogni ogni sano atteggiamento culturale: la curiosità.

La curiosità, afferma Bruno David, non è un deplorevole difetto. Può essere perfino la più bella delle qualità. La vocazione di Bruno David è nata, in effetti, in fondo al giardino della sua infanzia con la scoperta stupita di uno scarabeo dorato, strano e magnifico coleottero del frutteto. Segnato ancora oggi da questa emozione, Bruno David prende le parti di questa scuola formidabile che è l’osservazione, in quanto essa insegna il rispetto dei fatti.

Egli allarga la sua arringa in favore dell’osservazione bel al di là dei rapporti con la natura: “Il risveglio alla curiosità, forgia dei cittadini responsabili e capaci di resistere a verità alternative, ai tentativi di disinformazione e alle menzogne che possono essere rifilate loro”.

                                                                         La Croix 6-7 maggio (tradizione nostra)

Si potrebbe commentare facilmente. Siamo, mediamente, un esercito di gente che vede molto e osserva poco, che guarda ma fa fatica a riflettere su quello che ha guardato. Di conseguenza abbondano i creduloni, che credono a tutto per il solo fatto che se ne parla, e credono di più a quelli che parlano di più. Scarseggiano i curiosi. Un’informazione seria, invece, dovrebbe suscitare curiosità, lasciare aperti i dubbi, citare con onestà le diverse interpretazioni possibili di quanto avviene… 

Il 95 per cento degli italiani fa la doccia ogni giorno. Considerazioni

Notizia che viene dal mare grande Internet.

Siamo, in Europa, il paese che si lava di più: più del 95 per cento degli italiani si fa la doccia tutti i giorni. Siamo gli unici. Tra l’85 e il 94: il Portogallo; tra il 75 e l’84: Spagna; tra il 65 e il 74: Belgio, Danimarca, Grecia, Bulgaria, Romania, Turchia. Meno del 65 per cento quegli sporcaccioni che vivono in: Francia, Svizzera, Austria, Germania, Inghilterra, Polonia, Repubblica ceca, Ucraina, Slovacchia, Ungheria, Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Ucraina, Irlanda, Islanda, Norvegia, Svezia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Russia…

Si possono fare considerazioni dotte e diverse sugli italiani e sulle loro docce. Siamo circondati dal mare e siamo portati a tuffarci spesso. Siamo un po’ mammone e ci piace tornare nel grembo di mamma. Per dare un’aura spiritual-mistica si potrebbe ricordare anche che l’acqua, per noi, è “sorella acqua”. Vedi s. Francesco.

Ma, alla fine, e oltre tutte le variazioni variamente culturali, siamo più puliti o più fissati? E che pensare della crisi dell’acqua?

Discussione aperta. 

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