Un particolare presepio nell’arte bergamasca 

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Il presepe è stato reinterpretato in mille modi diversi.
Nel ‘500 con la Chiesa che vince a Lepanto e con lo scontro con il mondo protestante
l’annuncio ai pastori diventa un proclama di arruolamento.
Il singolare dipinto di Francesco Terzi nella Chiesa del Carmine a Bergamo

Francesco Terzi – Natività – cm. 350×525 – Bergamo, Chiesa del Carmine – 1579 ca

Il grande dipinto, più di 18 metri quadrati, è collocato sul lato destro del presbiterio della chiesa del Carmine. Rappresenta la Natività con l’annuncio ai pastori che accorrono alla capanna nella notte molto scura. La notte è resa più scura, come già rilevava nel 1869 l’erudito Pasino Locatelli “…un poco pel sito ove è collocata la tela macchinosa, ma più assai per effetto delle mestiche e dei colori anneriti e opachi…”.

 

Lo stesso Locatelli già allora scriveva anche: “…Composizione ricca… con molto sfoggio di fantasia…”. E’ roprio quello che colpisce anche oggi chi riesca a vedere un particolare nella parte in alto a sinistra. In un nimbo dorato “…un angelo del Signore si presenta ai pastori e li avvolge di luce.” Presi da grande spavento i pastori indicano le loro greggi inquadrate di spalle, in ordinati plotoni in marcia verso oriente, a perdita d’occhio nelle tenebre.

Il gregge sembra avviato a una battaglia, in piena disciplina, con ordine di schieramento insolito nelle greggi.

Un proclama di arruolamento

Francesco Terzi dipinge la grande tela a Bergamo nei mesi intorno all’anno 1579.

Pochi anni prima una battaglia memorabile si è svolta a Lepanto: il 7 ottobre 1571 la cristianità compatta ferma l’avanzata degli infedeli. Un’altra battaglia, strisciante e meno cruenta, impegna la Chiesa contro la Riforma per attuare i decreti del Concilio di Trento.

Se il gregge dipinto da Francesco Terzi è l’mmagine biblica del “popolo che Dio si è scelto”, quegli allineamenti, l‘intruppamento, la marcia compatta, l’univoca direzione, esprimono bene un’idea di Chiesa: l’annuncio ai pastori diventa “proclama di arruolamento”.

La Chiesa – Stampa, 1572 – Museo francescano, Roma

 La figura del gregge in plotoni risulta complementare ad altra più celebre immagine riportata su una stampa che trovò grande diffusione e risonanza nelle terre cattoliche: la Chiesa è una nave ammiraglia: a bordo solo prelati, monaci e santi; a poppa si bruciano libri.

Ne dipinto del Carmine, in un marginale particolare di sfondo, Francesco Terzi lascia trapelare i tempi della sua storia, evocando nel presepio un’idea di Chiesa con i contingenti valori di autorità, gerarchia, obbedienza, sottomissione.

Francesco Terzi – Natività (particolare dei pastori)

Il dipinto fu commissionato per la chiesa di San Francesco (che sorgeva nell’attuale piazza Mercato del Fieno); viene spostato nella chiesa del Carmine nel 1798, al momento della soppressione del glorioso convento francescano.

“Sic transit gloria mundi”

Francesco Terzi fu un colto “cortigiano integrato”. Nasce a Bergamo nel 1523, ma ci resta poco e torna saltuariamente. Nel 1551 è alla corte degli Asburgo, tra Vienna e Praga. Ritrae Carlo V, ha relazioni con Aretino, con Carlo Borromeo e poi con Torquato Tasso. Dipinge a Venezia in palazzo Ducale, Firenze, Milano e anche alla corte di Spagna, godendo grande fama.
Con il passare del tempo la sua fama impallidirà, come anche i valori sfumano alle nuove luci dei segni dei tempi.

 

 

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