Temi cristiani e provocazioni dell’arte

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Temi cristiani e provocazioni dell’arte

Guardando opere di Alessandro Pessoli

Dall’intervista di Daniele Rocchetti a Pietro Pisarra, “Arte dei dettagli “- pubblicata il 21 ottobre scorso:

L’arte custodisce ed esprime la verità del tempo che assume necessariamente forme e modi diversi di raccontarsi. Oggi i cristiani paiono temere il linguaggio artistico…
L’arte è sempre una scommessa, un salto nell’ignoto, forse anche una “conversione” dello sguardo. La riproduzione è più rassicurante. Ma i veri nemici sono l’oleografia e l’enfasi, l’ampollosità, le sdolcinature e le svenevolezze…

 

Alessandro Pessoli – Me and Him (Me e Lui), 2021 – cm. 195×144 

Il titolo

Me and Him – (Me e lui)”, detto nella lingua che vorrebbe essere idioma planetario, è già un tema impegnativo: il dipinto vuole rappresentare la relazione tra un “me” e un “lui”. Chi è questo” him” non nominato; come può un’immagine rappresentare una relazione?

Indizi ci dicono che “lui” è Cristo e il “me” non è solamente chi ha dipinto. Affrontare il tema della relazione tra l’io e Gesù Cristo è impegnativo, non solo in figura.

In piena pandemia… Un’epoca che rotola su se stessa

Racconta Pessoli. “Il 9 aprile 2021 in piena pandemia ero costretto a casa. Ho immaginato il dipinto già dentro una situazione di forte isolamento. L’idea di partenza era una figura che raccoglieva, o proteggeva, un fiore. Ho usato la mia figura come modello; le ho allungato le braccia e mi venuto spontaneo scivolarne la testa lungo le braccia.

Mi è apparsa come una figura sacrificale che conteneva un dramma, solitudine e separazione, insieme a una speranza generata dal fiore. Questo sentimento mi ha riportato alla crocifissione, dramma e promessa di rinnovamento…

Questo dipinto si è rivelata una figura tormentata e trafitta… La mia faccia si è trasformata in cuore grottesco, con una specie di “gelato-pennello” sulla parte destra… E’ un elemento che forza la figura e crea tensione e rottura, esprimono sentimenti contrastanti… Sono azzardi…

Sulla schiena della figura ho messo bucce di banana… Il volto di Cristo l’ho trovato dopo una breve ricerca su internet… E’ un santino su un blog di credenti.

Le due facce sono come i due ladri crocifissi che rappresentano la divisione dell’umanità, uno si raccomanda, l’altro deride. Il primo diventa come una nuvola che piange, l’altra una forma colorata che ride.

Dopo secoli di crocifissioni, questo dipinto descriverà un ‘epoca che rotola su se stessa come una slavina, è un dipinto fatto di rovine, sono pezzi sparsi…ritratto di un tempo crocifisso. Cercare di vedere qualche cosa al buio, c’è sempre qualche cosa d’importante da portare alla luce…”

Il Cristo, i dolori dell’uomo, lo sguardo dell’artista

La figura incurvata si appoggia su un groviglio di sterpi dai quali spunta il fiore.
Piedi e gambe hanno forma di zampa animale, come a dire la fatica di elevarsi a uomo; anche dei filamenti neri sembrano una coda.
Le bucce di banana sulla schiena incurvata parlano di un fardello epocale: Africa, schiavi, colonialismo, globalizzazione, rifiuto, discariche.
Il braccio sinistro è staccato, come nella Pietà Rondanini.

Quatto volti: due sono in lacrime, l’uno nel dolore, l’altro nella gioia. Il terzo a forma di cuore è “autoritratto” dell’autore e parla di sentimenti; gli occhi fissano una civetta e una mela: la mela della Genesi, la civetta che vince le tenebre e rivela cieli nuovi.

Il quarto volto, “oleografico…svenevole”, riprodotto dall’immaginetta, è l’immaginario collettivo che nei secoli, anche con esiti meravigliosi, ha dato forma al “Verbo che si è fatto carne”. I pasticci sulla figura sono i segni di una ricerca per forme più vere.

Le linee parallele nere che si incrociano sullo sfondo organizzano lo spazio; sulla testa di Cristo vola una libellula.
L’orizzonte in basso è nero, ma nello sfondo vince il celeste.

E a proposito di “…forme e modi diversi di raccontarsi”

Questa opera di Pessoli è arte, o blasfemia, o provocazione arrogante, o un pasticcio inguardabile, o un rebus per pseudo intellettuali?

Può essere una testimonianza, “…anche una conversione dello sguardo”?

 

Meglio continuare a guardare il “Cristo portacroce” con la scritta “O uomini per i vostri misfatti porto questa croce”?

Era uno stendardo processionale, ai suoi tempi con dirompenti stonature: la croce quasi astratta, la testa posticcia, la tunica rosa smagliante come una veste nuziale.

Cristo portacroce – Scuola olandese, inizi sec. XVI – Accademia Carrara

Alessandro Pessoli

E’ nato a Cervia nel 1963. Nel 1989 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Si trasferisce a Milano nel 1992; nel 2009 si trasferisce a Los Angeles. Dagli ultimi anni novanta introduce nella sua ricerca figurativa la rappresentazione di temi religiosi, con un particolare interesse per l’immagine di Cristo.

 

Trittico, 2018

Martire delle farfalle, 2018

Nel complesso di Sant‘ Eustorgio a Milano è in corso (fino al 28 novembre 2021) la mostra “Testa Cristiana”dove Alessandro Pessoli espone opere appositamente concepite per gli spazi basilicali, proponendo l’incontro-scontro tra dirompente contemporaneità e millenaria sedimentazione di storia, arte, fede e liturgia.

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