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Tavoli di pace
C’è il tavolo, ci sono le sedie; le differenti culture sono riconosciute….
cosa manca?

Chen Zhen – Round Table – 1995 – Ginevra, palazzo delle Nazioni Unite (Centre Pompidou)

L’”eterno fraintendimento”

 Nel 1995 le Nazioni Unite, per il loro cinquantesimo anniversario di fondazione, invitarono sessanta artisti dei cinque continenti a presentare opere in tema di “Dialoghi di pace”.

Chen Zhen, artista cinese, inviò “Round Table” che riscosse grande interesse e venne esposta davanti al Palazzo dell’ONU di Ginevra.

La Tavola Rotonda è circondata da 26 sedie, espressione di 26 differenti modi di abitare nel mondo; le sedie risultano però incastrate nel piano del tavolo, in modo che risulta impossibile sedersi.

All’estrema difficoltà di sedersi al dialogo politico tra nazioni, Chen Zhen oppone, incisa al centro della tavola, la trascrizione di un antico testo cinese “…eterno fraintendimento…”.

Le sedie sono sospese da terra secondo il “carattere spirituale della leggerezza”, cioè “il tuo problema non è più pesante di quello degli altri, tu devi ascoltare i dubbi altrui e insieme trovare una soluzione”.

2 marzo 2022 – New York L’assemblea alle Nazioni Unite approva la risoluzione contro l’attacco Russo all’Ucraina

Chen Zhen – spiritualità profetica

Nasce a Shanghai nel 1955 da una famiglia di consolidata tradizione culturale.

Si forma in Cina durante la “Rivoluzione culturale”. Nel 1986 si trasferisce a Parigi e contamina il proprio bagaglio di cultura e arte orientale con l’arte, anche classica, dell’occidente.

Nelle sue opere, ormai esclusivamente installazioni, elabora il concetto di “transesperienza” intesa come fusione trascendentale delle conoscenze e assembla oggetti della quotidianità trasformandoli in metafore. Ambienta le opere in luoghi atipici coinvolgendo gente comune, bambini ed emarginati.

Affetto dalla nascita da una grave malattia autoimmunitaria, che lo porterà a morte precoce a Parigi nel 2000, in tutta la sua opera e lungo tutta la sua breve esistenza coltiva il motto: “La miglior cura è la sollecitudine”.

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