La paternità del Natale

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In nome del Padre

La Comunità pastorale di Lecco per il tempo di Natale promuove da cinque anni l’iniziativa “Un capolavoro per Lecco” per “…approfondire il tema della fede non dentro le nostre chiese… ma dentro la Città… con l’arte che offre dialogo con chi cerca…”.

Per il Natale 2023 il capolavoro proposto è il “Sacrificio di Isacco” disegnato da Michelangelo intorno al 1530 in prestito dalla Casa Buonarroti. 

Il disegno, proprio per Natale, propone il tema “In nome del Padre” per una riflessione che evoca l’incipit del segno di croce. 

Nel tempo della nascita del Bambino Gesù l’idea di Paternità sfuma. Nella presentazione dell’iniziativa il Prevosto di Lecco dice: “…quando si pensa al Natale, lo si pensa per via materna, con l’immagine di Maria con il bambino… Giuseppe è un complemento, aiuto e sostegno… e la figura divina non viene evocata. Da qui la scelta di riflettere sulla paternità di Dio nel Natale…”.

L’iniziativa è stimolante e, proponendo la drammatica genitorialità maschile tra antico e nuovo Testamento, offre spunti per cercare significati autentici al Natale e alla figura del padre nei tempi correnti.

 Michelangelo illustra il “Sacrificio di Isacco”, narrato in Genesi 22, fissando due scuri cardini visivi: le pieghe della nuca di Abramo – che volge di scatto la testa, dal gesto di morte all’annuncio di vita – e il suo sguardo reso con minime fessure nere che riescono ad esprimere il trasecolare dell’angoscia in salvezza. Il resto sono linee aggrovigliate nell’impeto di un gesto che blocca la morte. Sul fondo, appena accennato, appare l‘ariete,“…l’olocausto invece del figlio…”, che farà dire ad Abramo: “Il Signore provvede”. 

Il Padre che provvede manderà nei tempi nuovi un Figlio, l’”agnello di Dio”.

Immagini di Padre. Il sacrificio di Isacco dalla storia all’esegesi

Con pochi tratti di matita Michelangelo racconta in stupefacente sintesi la storia biblica.

Altra sintesi quella di Lorenzo Lotto che con pochi tratti, prima nel disegno in un cartone purtroppo perduto, poi nelle profilature col ferro rovente su una tavola di legno, racconta la stessa storia in folgorante sintesi esegetica: si tratta del “coperto” destinato a chiudere la tarsia del “Sacrificio di Isacco” nel coro di Santa Maria Maggiore a Bergamo.

Un gigante a braccia aperte pone una fascina di legni e una spada a fianco di un altare dove un ragazzo cerca di salire. Lorenzo Lotto altera le proporzioni per rendere in forma iperbolica la figurazione dell’agape trinitaria, cioè l’intesa tra Padre (il gigante), Figlio (il ragazzo) e Spirito (l’occhio raggiante) anticipata dalla storia di Abramo e Isacco. “Non come voglio io, ma come vuoi tu” (Matteo, 26): prefigurando Cristo nel Getsemani, Isacco – Figlio –  accetta il sacrificio e sale sull’altare tra le braccia del Padre che lo guarda triste, fisso negli occhi. Il gesto profetico troverà compimento nel Natale.  

Lorenzo Lotto consegna il cartone nel 1525. Capoferri intarsia e poi profila con tratti essenziali entro il 1531.

“Gloria in excelsis Deo”. Il Padre nel presepio

Giotto, Natività. Padova cappella Scrovegni,1308 – particolare

E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” (Lc 2, 14).

Subito dopo la visita ai pastori gli angeli lodano Dio evocando il Padre, quel Padre che già ad Abramo annunciò: “…Saranno benedette per la tua discendenza tutte le nazioni della terra…”: saranno benedette in un Figlio che a differenza di Isacco, non sarà risparmiato.

                                                                                                                                              

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