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Papa Francesco, 10 anni. Dossier/4
Il pastore secondo il Vangelo deve “sentire l’odore delle pecore”
La pastorale come linea conduttrice
di molte scelte di papa Bergoglio

Una premessa necessaria: chi desiderasse un articolo teologico sulla pastorale come guida delle scelte ecclesiali di papa Bergoglio non sprechi tempo a leggere queste righe. Molti studiosi autorevoli stanno offrendo, in questi giorni nei quali ricordiamo riconoscenti i 10 anni dall’elezione al soglio pontificio di Jorge Mario Bergoglio, contributi eccellenti e competenti su questo tema.

Cosa è la pastorale. Secondo Papa Francesco

Qui, a scrivere, con semplicità e consapevole della pochezza di ciò che potrà offrire, è un prete di parrocchia, impegnato nella pastorale giovanile in due oratori della diocesi di Bergamo. Il mio testo avrà pertanto carattere esclusivamente pratico. Innanzitutto, credo sia utile provare a comprendere cosa sia la “pastorale” per papa Francesco. Da parte mia, ritengo che una sorta di “definizione” di pastorale per papa Bergoglio sia il testo riportato al n.49 dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, scritta nei primi mesi di pontificato e faro che guida il cammino della Chiesa guidato dal papa argentino. Lo ripropongo qui: 

Usciamo, usciamo ad offrire a tutti la vita di Gesù Cristo. Ripeto qui per tutta la Chiesa ciò che molte volte ho detto ai sacerdoti e laici di Buenos Aires: preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti. Se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita. Più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli, mentre fuori c’è una moltitudine affamata e Gesù ci ripete senza sosta: «Voi stessi date loro da mangiare» (Mc 6,37).

Notiamo, leggendo il testo, che a papa Francesco interessano le persone; questo è il punto principale. Le scelte ecclesiali devono essere guidate dalla passione per la vita della gente, tutta la gente, nella sua concretezza. Da qui vorrei sviluppare alcuni esempi applicativi di questo principio.

Alcuni esempi: la coppia “irregolare”, la Chiesa sinodale…

Penso, innanzitutto, a quel documento splendido che porta il nome di Amoris Laetitia: con quell’esortazione, inerente l’amore nella famiglia, la Chiesa è stata invitata a superare classificazioni che “incasellavano” le persone secondo la loro situazione matrimoniale (a partire da quelle situazioni definite con il preoccupante termine “irregolari”), per aprirsi a uno sguardo volto a conoscere la situazione concreta di ciascuna coppia, che è inscindibile dalla sua storia, dalle sue fatiche, dalle relazioni vissute e dai drammi attraversati. È stata, quella esortazione apostolica post sinodale, una boccata d’ossigeno per la Chiesa e una benedizione per tante persone che si percepivano messi alle porte dalla Chiesa di Cristo.

Penso alla scelta di una Chiesa sinodale, che impegni davvero consacrati e laici in un cammino condiviso, fondato sul dialogo e che tenga conto del vissuto della gente. Il grande rischio per la pastorale di ogni tempo è quella di essere completamente dissociata dal vissuto concreto delle persone, configurandosi come una pastorale teorica e astratta, fondata sul mortifero “si è sempre fatto così”, come se tutto, nella storia, fosse un eterno ripetersi di dinamiche ed eventi già dati in precedenza. Solo una Chiesa capace di ascolto e di amore per gli uomini e le donne di oggi, così come sono, può testimoniare efficacemente la misericordia di Dio e far sì che tutti, nella Chiesa, possano essere e sentirsi a casa. 

Al cuore di tutto: Cristo, Via, Verità e Vita

Ciò non significa, evidentemente (e il papa ha dimostrato più volte di saperlo bene), assecondare le mode che il mondo propone: qualora questo avvenisse, sebbene parrebbe di vivere in una Chiesa più “moderna”, essa finirebbe per dissolversi nella storia, in quanto, assecondando le mode del momento, diverrebbe irrilevante. La Chiesa, come Francesco ha più volte affermato, deve continuare a perseguire la verità, la giustizia e la pace, anche scontrandosi con i poteri forti, purchè questi aspetti decisivi per l’umanità vengano costantemente riaffermati e riconosciuti. E deve affermare la Verità di Cristo Via, Verità e Vita, anche quando questo infastidisce o genera opposizioni.

Da qui, la richiesta del papa a vescovi, sacerdoti e diaconi di essere “pastori con l’odore delle pecore, pastori in mezzo al proprio gregge, e pescatori di uomini”. La pastorale non si gioca nel chiuso di un ufficio, ma in mezzo alla gente, per abbracciare, consolare, nutrire e testimoniare la misericordia di Dio. 

Per tutto questo, a papa Francesco dobbiamo e dovremo sempre essere profondamente grati.

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