Papa Francesco, anche se non ama viaggiare, viaggia molto. A tutt’oggi i suoi “viaggi apostolici” sono 58, mentre le visite pastorali in città o frazioni italiane sono 41. Scorrendo il lungo elenco dei “viaggi apostolici” si ha la sensazione netta di uno spostamento degli interessi papali verso il Sud del mondo e, nel Nord, verso i confini del mondo occidentale. Papa Francesco ha più volte espresso il desiderio di viaggiare a Est, verso la Cina soprattutto.
Intanto, verso l’Est del pianeta, ha già visitato la Corea del Sud (nel 2014), lo Ski Lanka e le Filippine (2015), la Thailandia e il Giappone (2019). Lo stesso criterio ha ispirato le scelte relative al collegio cardinalizio, sempre meno italiano, sempre meno europeo, sempre più universale. Qualcuno ha fatto notare: l’isola di Tonga ha un cardinale, Milano non ce l’ha più.
Il vescovo di Milano non è cardinale. Lo è il vescovo dell’isola di Tonga
Il grande teologo del XX secolo, protagonista del Vaticano II, Karl Rahner, ha affermato che l’universalità della Chiesa ha conosciuto due svolte significative in due momenti storici molto distanti da loro. La prima, nei primissimi decenni del cristianesimo, quando la comunità cristiana ha rinunciato all’ipoteca ebraica e ha affermato che non era più necessario diventare ebrei per diventare cristiani. Solo la fede in Gesù salva. La seconda, al Concilio Vaticano II, dove la Chiesa non ha soltanto affermato la sua universalità, ma l’ha vissuta in concreto, con l’incontro di migliaia di vescovi venuti da ogni parte del mondo, con salutari ricadute sul modo corrente di vedere e sentire la Chiesa.
Papa Francesco, spostando verso Sud la geografia dei viaggi apostolici, ha dato ulteriormente corpo a questa lontana intuizione conciliare: la Chiesa è veramente “cattolica” (il termine significa, come noto, “universale”) e deve diventarlo sempre più nei fatti. Non solo, ma il futuro della Chiesa sarà più al Sud che al Nord, più a Est che a Ovest del pianeta.
Una costante attraversa il mondo dell’informazione, in Italia, ma non solo. Questa: i laici amano papa Francesco, i credenti, e soprattutto i preti, lo contestano. Detto in altri termini: Papa Francesco sembra avere più amici fuori della Chiesa che dentro e più nemici dentro la Chiesa che fuori. Come tutte le affermazioni apodittiche, anche questa andrebbe verificata e precisata. Ma non sembra campata in aria. Anche questo tratto, però, proprio per la sua apparente stranezza, finisce per essere a modo suo interessante.
Il mondo laico ama Papa Francesco per tante ragioni, ma per una soprattutto. I laici intuiscono in lui l’affermazione positiva dei valori umani. Si pensi alle affermazioni del Papa sulla politica, sulla guerra e sulla pace, sull’economia, su tanti aspetti della vita corrente, familiare e sociale… Sono da ricordare anche le sue affermazioni “comprensive” verso gli omosessuali, le diverse prese di posizione su varie realtà che segnano la società moderna…
La Chiesa non difende se stessa, ma difende gli uomini e i valori che li guidano
Papa Francesco sa veicolare una convinzione di fondo: la Chiesa non difende se stessa, ma difende gli uomini e i valori che li guidano. I cristiani clericali, invece, preoccupati soprattutto di difendere la Chiesa, rimproverano al Papa di amare troppo il mondo, e troppo poco la Chiesa, di difendere i valori laici e di criticare i “valori” ecclesiastici.
Ma, in questo, papa Francesco non fa altro che mettere in atto una prassi e una teologia da Gaudium et Spes. Il mondo è salvato, nel mondo e in quello che gli uomini fanno per far progredire l’umanità, il Regno di Dio cammina verso il suo glorioso compimento. Papa Francesco in tutto questo fornisce un’immagine convinta e convincente della straordinaria affermazione che apre la Gaudium et Spes:
Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore”.
Magnifico. Un’affermazione simile potrebbe diventare un titolo implicito di molte parole, discorsi, gesti di questo Papa.