Il fattaccio è scoppiato ieri, 7 novembre, in piena assemblea dei vescovi francesi, a Lourdes. E’ stata data la notizia che undici vescovi francesi sono o segnalati o sotto inchiesta in rapporto a possibili crimini di pedofilia. Ma il capitolo più impressionante della notizia è che tra questi undici si trova anche Jean-Pierre Ricard, cardinale e vescovo emerito di Bordeaux. Questi si è autoaccusato di aver fatto violenza a una ragazzina di 14 anni, quando era parroco nella parrocchia di Santa Margherita, a Marsiglia. Il fatto risale a trentacinque anni fa, esattamente al 1987. “Mi sono comportato in maniera colpevole con una ragazza di 14 anni. Il mio comportamento, per forza di cose, ha causato in questa persona conseguenze gravi e durature”. Il cardinale riferisce di aver chiesto perdono alla persona offesa e dice di rinnovare la sua richiesta di perdono a lei e alla sua famiglia.
Jean-Pierre Ricard non è una persona qualsiasi. E’ stato nominato vescovo ausiliare di Grenoble da Papa Woytjla nel 1993. E’ stato presidente della conferenza episcopale francese dal 2001 al 2007. Nel 2002 diventa membro della congregazione della dottrina della fede, che ha, tra i suoi compiti, quello di giudicare di casi di pedocriminalità. Nel 2006 viene creato cardinale da Papa Ratzinger. Nel 2014 papa Francesco lo nomina membro del consiglio per l’economia. Si dimette dalla carica di vescovo di Bordeaux nel 2019, per raggiunti limiti di età.
La Croix, il giornale cattolico francese, dedica la prima pagina del numero che porta la data di oggi, 8 novembre, al fatto e titola “Dolorosa verità” con un articolo di fondo che ha il titolo di “Sidération”: sbalordimento. Inizia così: “Come qualificare la crisi senza fine attraversata dalla Chiesa di Francia? Terremoto? Sfaldamento? Catastrofe? Una parola sembra la più adatta: Apocalisse, nel senso etimologico di ‘svelamento’”. Il quotidiano dedica poi due intere pagine, la 2 e la 3, al fatto: “La Chiesa di Francia di nuovo nella tormenta”.
Intanto, prima reazione: “chapeau” al giornale francese, giornale dei cattolici che parla senza reticenze di un fatto di tale gravità che interessa un vescovo, un cardinale e un vescovo e un cardinale come Jean-Pierre Ricard. L’insegnamento che “La Croix” ci trasmette è semplice: si è liberi non perché si dice quello che si vuole, ma perché si dice quello che si deve. E lo si dice non mascherandolo in qualche trafiletto di qualche pagina interna, ma in prima pagina e senza nascondere sorpresa dolorosa e smarrimento.
Si è liberi non perché si dice quello che si vuole, ma perché si dice quello che si deve
Seconda reazione. La Chiesa forse la più in crisi di tutta l’Europa, la Francia, è in crisi grave non solo perché la gente la abbandona, ma anche perché diversi suoi pastori fanno male il loro mestiere di pastori. E ci si chiede: la crisi dei pastori è causa o conseguenza della crisi dei fedeli? Difficile, forse impossibile, dare una risposta. L’unica cosa certa è che, qualunque sia il prima e il poi, le due crisi si richiamano e si rinforzano pesantemente a vicenda.
Terza reazione. Quale sarà il futuro della Chiesa di Francia? Della Chiesa di san Dionigi, di san Martino di Tour, di san Vincenzo de’ Paoli, di santa Teresa di Lisieux, di san Charles de Foucauld…? Anche qui è difficile dire. Si può solo dire che anche della chiesa di s. Agostino e di san Basilio e di Gregorio di Nissa e di san Gregorio di Nazianzo… e di tante altre non esiste più nulla. Si dice sempre che la Chiesa è assistita dallo Spirito Santo. Ma se gli uomini lo bloccano non c’è nulla da fare neanche per lo Spirito Santo.
E per l’Italia? Qualche inquietudine è inevitabile
Terza e ultima reazione, una domanda, inquietante. La crisi è solo francese? Tanto per essere chiaro: l’Italia, i vescovi e cardinali italiani sono più buoni dei loro colleghi francesi o semplicemente più protetti? Qualche inquietudine è inevitabile.
Poi ci si può consolare. In fondo anche nei dodici amici stretti di Gesù non erano tutti santi. Anzi, all’inizio non lo era nessuno. Lo sono diventati, faticosamente, dopo. Ma non tutti. Accanto a Pietro, Giacomo e Giovanni c’era anche Giuda.
Oggi si ha la sensazione che i Giuda sono un po’ troppi e i Pietro un po’ pochi. Resta da ricordare che sulla barca in tempesta c’è sempre Lui, Gesù di Nazaret. Ma avviene, di tanto in tanto, che lui dorma e i viaggiatori che sono con lui hanno la sensazione che la barca stia andando a fondo.
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Ada Doni