Che cosa pensi del vescovo e della curia?

Papa Francesco e i cani
Dicembre 12, 2023
Non siamo irrilevanti. Siamo scomparsi. Cattolici e politica
Dicembre 14, 2023
In Francia è stata estesa anche alle diocesi, vescovi e loro collaboratori, l’istituzione della “visita” da parte di “visitatori” esterni. E se si facesse anche da noi?

La notizia si trova sul giornale cattolico francese La Croix del 12 dicembre. La notizia è questa: “Tre visitatori – un vescovo emerito e due o laici o religiosi – passeranno diversi giorni nella diocesi e incontreranno i collaboratori del vescovo e i responsabili maggiori della vita diocesana. Al termine della visita, un rapporto sarà indirizzato dai tre visitatori al vescovo, il quale potrà condividerlo con i propri collaboratori”.

Tre visitatori “esterni” raccolgono informazioni sul vescovo e i suoi collaboratori

Si introduce, dunque, anche per i vescovi, la figura del “visitatore” che è già in atto presso le comunità religiose. La cosa è stata decisa dai vescovi stessi, i vescovi francesi, naturalmente. Mons. Dominique Lebrun, vescovo di Rouen, ha già chiesto e ottenuta, la “visita”. I vescovi di Arras e di Limoges si sono prenotati. Si fa notare che queste “visite” devono avere scadenze certe – i religiosi le hanno ogni tre anni – per evitare che appaiano eccezionali e anormali. 

L’iniziativa è già decollata in Francia: il vescovo di Rouen, ha già chiesto e ottenuto la “visita”

Da ricordare anche che queste eventuali “visite” non sostituiscono la “visita apostolica” che il papa può decidere sempre. Ma questa, di solito, riguarda casi gravi di crisi e non la normale gestione della diocesi. 

La Chiesa, in Francia, a molti di noi sembra sul punto di morire. Ma, è naturale, chi sta soffocando cerca nuovi modi per respirare. Così la Francia, che sta peggio, può suggerire qualche idea utile a chi sta meno peggio. E quindi anche a noi che stiamo al di qua delle Alpi.

Non la Chiesa in generale, ma le persone di Chiesa

In effetti, pare proprio una buona idea. La figura del vescovo è, da sempre, “super partes”. Il vescovo, se lo ritiene necessario, interviene su preti e laici, ma non è giudicato né da preti né da laici. Ora, è noto che la mancanza di un canale che raccolga osservazioni, lamentele, proposte e quant’altro nei riguardi di vescovo, curia e dintorni fa nascere una valanga di voci di ogni tipo. Spesso gli ambienti ecclesiastici danno l’impressione di un tribunale in seduta permanente. 

Per la verità va notato che l’istituzione francese non è per nulla concepita come un tribunale. I tre “visitatori” non giudicano e soprattutto non godono di nessun potere sui vescovi locali. Hanno soltanto il compito di aiutare gli stessi vescovi, raccogliendo voci e informazioni, elaborandole e proponendole ai diretti interessati. Sono deboli perché non decidono nulla. Sono forti perché “esterni”: non sono portavoce del vescovo, ma una voce con cui il vescovo stesso si può confrontare.  E sono forti anche perché sono pochi: con tre persone è possibile che tutti dicano con meno remore se un personaggio di curia è troppo assente, se un altro è troppo intrallazzone, se il vescovo stesso è abile in certe competenze e debole in altre. Soprattutto si parlerebbe non della Chiesa in generale, ma delle persone che la gestiscono, quella Chiesa e quelle persone.

Dare voce al popolo di Dio non per nuove strutture della Chiesa, ma per le persone che devono far funzionare quelle che ci sono

Per lo stesso motivo un compito simile non potrà mai essere delegato a istituzioni comunitarie come il Consiglio Pastorale diocesano o il Consiglio Presbiterale diocesano. Troppa gente coinvolta, troppo difficile esprimersi con una buona dose di onesta chiarezza.

Resterebbe, ovviamente, da decidere chi contattare. Certamente gli stessi organismi centrali della diocesi. E poi si potrebbe allargare ai singoli membri del Consiglio Presbiterale e Pastorale… Ai responsabili delle strutture locali… A dirigenti di associazioni laicali… Non sarebbe fuori posto, anche, che i visitatori scelgano alcuni al di fuori degli schemi: decidono di contattare quelli che vogliono.

Anche se, ultima e più strampalata idea, in attesa che anche in Italia si decida qualcosa, si potrebbe intanto chiedere ai consigli diocesi di eleggere loro i “visitatori” e provare a vedere l’effetto che fa. Chissà. 

Proviamo a immaginare. Un vescovo scrive…

Magari un giorno il vescovo di una qualche diocesi italiana si mette al tavolo e scrive. “Cari consiglieri del Presbiterale e del Pastorale, prendendo spunto da una decisione dei vescovi francesi, ho deciso di istituire nella nostra diocesi una ristretta commissione di ‘visitatori’ di tre membri (un sacerdote, un religioso, una religiosa) che raccolga, in tutta libertà, osservazioni di ogni tipo sui responsabili della diocesi sul vescovo, sulla curia stessa, sul seminario e su eventuali altre istituzioni. Chiedo a voi di procedere a una elezione in seduta congiunta. Sarà mia cura comunicare un elenco delle istituzioni interessate una volta istituita la commissione. Resto in attesa di una vostra decisione in proposito. Con affetto”. 

Solo idea strampalata? Forse

Non è proibito sognare l’impossibile soprattutto quando il possibile, in un modo o nell’altro, delude. E poi, ovvio, è un’idea strampalata che poteva venire solo dalla Francia. 

Solo in Francia? Solo un’idea? E solo strampalata?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


The reCAPTCHA verification period has expired. Please reload the page.