La Chiesa che verrà. Secondo Bagnasco

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Una profetica affermazione di Ratzinger, molti anni fa.
Il commento attuale di Bagnasco.
Un futuro immaginato dal cardinale risponde poco alle sfide di oggi

Il 5 gennaio Post,  la rubrica di approfondimento del TG2, per commentare i funerali di papa Benedetto XVI ha ospitato il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, già presidente della CEI nonché una delle figure di maggior peso di tutta la chiesa cattolica. 

La Chiesa che verrà molto simile a quella che è stata

Lasciando stare i mille commenti che hanno fatto seguito alla morte di papa Benedetto e le polemiche che non hanno tardato a sorgere, ho trovato di particolare interesse le considerazioni del cardinal Bagnasco circa la Chiesa prossima ventura. Uno dei commentatori presenti in studio ricordava che nel libro “Fede e futuro” del 1969 il giovane teologo Joseph Ratzinger immaginava una chiesa cattolica di minoranza, ridimensionata, socialmente irrilevante, che però ritroverà sé stessa e rinascerà semplificata e più spirituale. A questa sollecitazione il cardinal Bagnasco rispondeva come segue:

 Questa chiesa del futuro si sta realizzando perché è evidente che la situazione della chiesa in occidente sia “di minoranza” anche se non sono i numeri che possono raffigurare e  pesare la fede. Allo stesso tempo è vero che c’è una riscoperta più adulta, più vera, più profonda della fede. Guardando l’Italia e anche l’Europa ho visto ovunque che anche il deserto fiorisce, germoglia, sul piano fisico e tanto più sul piano spirituale. I germogli che ho visto in Germania, nella Svizzera tedesca, in Belgio, in Olanda, in Francia, per parlare dell’Europa occidentale, sono piccoli, ma solo Dio li vede e li quantifica. Sono piccoli da un punto di vista sociologico ma molto significativi e pieni di speranza. I giovani in particolare, ma non solo, chiedono una liturgia serena, come la chiesa ci invita a fare senza particolari esibizioni, dove si possa pregare come ad esempio durante la messa di esequie del papa dove pur essendo in una  grande piazza c’era un grande raccoglimento e una grande preghiera, dove si possa fare l’adorazione eucaristica, che ha un grande fascino, specialmente sui giovani. Cosa che va totalmente contro tendenza rispetto a quella che è la cultura del chiasso del rumore del movimento continuo della velocità. Poi la devozione della Madonna con estrema semplicità, come è tipica della chiesa e il desiderio di una  catechesi  sul catechismo della chiesa cattolica che è la grande sintesi che ci ha donato Giovanni Paolo II insieme a Benedetto XVI, che è il punto di riferimento certo, sicuro, garantito della nostra fede. Quindi non chiedono delle cose strane e questo già succede.

Dunque schematizzando, è in corso una riscoperta della fede, una fioritura spirituale in Italia e in Europa occidentale i cui germogli sono piccoli ma significativi. I giovani chiedono una liturgia senza esibizioni e  l’adorazione eucaristica. C’è poi una riscoperta della devozione mariana ed il desiderio di catechesi sul catechismo della chiesa cattolica.

I germogli sono pochi e si ha paura del nuovo

Ora queste “minoranze” devono essere ben piccole o estremamente di nicchia perché se guardo alla realtà delle nostre comunità parrocchiali, dei movimenti ecclesiali o altro faccio molta fatica a trovare tracce di una religiosità e di una spiritualità come quelle tracciate dal cardinale, che mi sembrano più l’auspicio di una rinascita in senso tradizionalista che una realtà effettivamente all’opera. Comunque il messaggio è chiaro:  si ricostruirà a partire dal recupero di una liturgia sobria, dalla pratica devozionale e dalla riscoperta delle certezze della nostra fede. 

Non si parla molto della carità, del ritorno al Vangelo, dell’impegno civile e comunitario

Altre dimensioni della vita cristiana come la carità, la meditazione e la condivisione della riflessione sul Vangelo, la relazione comunitaria, l’impegno civile e sociale improntato alla coerenza con il proprio credo,  e via dicendo non sembrano dunque al momento far parte dei tratti distintivi delle tracce della nuova chiesa.

Fin qui tutto secondo gli schemi; da una personalità di riferimento di quella che, per semplificare, possiamo identificare come l’ala conservatrice è nell’ordine delle cose attendersi una tale lettura delle  prospettive della chiesa futura. E’ invece allarmante dare la sensazione che sia già delineata la strada, che sia avviata la fase di  superamento della profonda crisi che la chiesa sta attraversando e che in qualche modo si siano individuati gli elementi portanti su cui ricostruire.   La sensazione  piuttosto è che si tratti di un’abile mossa di gioco d’anticipo  per mettere le mani sul nuovo che verrà, per indirizzarlo e controllarlo. Perche “Lo Spirito soffia dove vuole, ne puoi udire la voce, ma non sai né da dove viene né dove va“ ed è meglio che non vada ad imboccare delle strade pericolose.

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