La morte di Chiara: incontro col Re della gloria

Vita eterna: la totalità dell’amore
Ottobre 31, 2021
Anche il cinema parla di morte. E di nascita
Ottobre 31, 2021
Vedi tutti

La morte di Chiara: incontro col Re della gloria

La morte ci fa paura. Ma esistono racconti che vedono la morte come un traguardo e un passaggio verso un luminoso “altrove”. Nadiamaria è monaca clarissa del monastero di Lovere

La morte di Chiara: incontro col Re della gloria. Così viene definita la morte di Chiara. Ma è una definizione che si trova in sintonia con le affermazioni sapienziali della Bibbia. “Prima della fine non chiamare nessuno beato” (Sir 11,28), leggiamo infatti nel Libro del Siracide. Guardando alla fine di Chiara d’Assisi (1194-1253) possiamo chiamare beata e santa questa donna del Medioevo che vive la morte come un incontro con il Signore crocifisso e risorto che ha amato e cercato, seguito e servito per tutta la vita.

Incontro con il Cristo povero

Le antiche fonti agiografiche (qui riportate in corsivo) narrano che Chiara ha ormai sessant’anni

“e con ardente anelito sospira di essere liberata da questo corpo di morte e di vedere Cristo regnare nelle eterne dimore, dopo averlo seguito povero in terra con tutto il cuore, da poverella. Si affretta Cristo povero a innalzare la povera pellegrina nel palazzo del suo regno celeste” (cfr. FF – Fonti Francescane – 3240).

La morte di Chiara è l’ultima tappa terrena di un cammino che giunge alla meta promessa, è un supremo gesto di verità che si compie “pubblicamente” e non nel patetico squallore della solitudine. Infatti, sono vicine a Chiara morente le sorelle addolorate, sacerdoti e frati santi che le ripetono la Passione del Signore. Le ultime parole di Chiara sono il canto conclusivo di una vita “veramente felice”:

Dopo che conobbi la grazia del mio Signore Gesù Cristo tramite il suo servo santo Francesco, nessuna pena mi è stata molesta, nessuna penitenza gravosa, nessuna infermità mi è stata dura (FF 3247).

La vita di Chiara, come quella di tutti, non è stata una passeggiata. E’ stata, anzi, un cammino impegnativo ed esigente, talvolta doloroso, ma benedetto dalla presenza del Signore povero, crocifisso e risorto che ha reso lieve e sopportabile ogni amarezza.

La morte come una solenne liturgia

Questa donna vive il suo transito come una solenne liturgia:

Si volge verso le figlie in lacrime a cui magnifica la povertà del Signore e rievoca con lodi i benefici divini. Benedice i devoti e le devote sue e tutte le sorelle dei monasteri poveri, sia presenti sia future, invoca una larga grazia di benedizione. […] La vergine santissima rivolta a se stessa in silenzio parla alla sua anima: «Va’ sicura – dice – perché hai una buona guida nel viaggio. Va’, perché Colui che ti ha creata, ti ha santificata; e, custodendoti sempre come la madre il figlio, ti ha amato di tenero amore. Tu – dice – o Signore, sii benedetto, mi hai creato.

Quando una delle sorelle le chiede a chi stesse parlando, Chiara risponde: «Io parlo all’anima mia benedetta». La sua gloriosa guida (il Signore Gesù) ormai non era lontana. Infatti, voltandosi verso una figlia, dice: «Vedi tu, o figlia, il Re della gloria che io vedo?».

Anche sopra un’altra si posa la mano del Signore, e con gli occhi del corpo tra le lacrime, percepisce una beatificante visione: ecco entrare dalla porta della casa uno stuolo di vergini in bianche vesti. Tutte portavano una corona d’oro sul capo. In mezzo a loro incede una più splendida. Dalla sua corona, irradia un tale splendore da convertire dentro la casa la notte stessa in luce del giorno.

Si accosta al lettuccio dove giace la sposa del Figlio, e inchinandosi amorevolmente sopra di lei, le dà un dolcissimo abbraccio. Viene portato dalle vergini un manto di straordinaria bellezza, e a gara lo spiegano, così il corpo di Chiara viene avvolto, e si adorna il talamo.

Quindi, il giorno dopo la festa del beato Lorenzo, quell’anima santissima parte per essere coronata del premio eterno; sciolta dal tempio della carne, lo spirito felicemente migra alle stelle. Benedetta questa partenza dalla valle della miseria, divenuta ingresso per lei alla vita beata (FF 3249-3254 passim).

È l’11 agosto 1253: così Chiara muore, così entra nella nuova terra dei veri viventi! Davvero la morte di Chiara è incontro al Re della gloria.

Chiara, luminosa per chiari meriti, risplende in Cielo per chiarità di gloria (FF 3281)

e in terra tiene vivo il desiderio di vivere il Vangelo con la sua stessa perseverante passione.
A lode dell’altissimo e bon Signore e di Chiara, sua serva.

Leggi anche:
Vita eterna: la totalità dell’amore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


The reCAPTCHA verification period has expired. Please reload the page.