Spunti di riflessione sul vangelo di domenica 19 maggio, Pentecoste.
Commento sulla prima lettura, Atti 2, 1-1 1.
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La festa della Pentecoste è tra quelle che ci riguardano di più. Se Gesù è vivo per noi è perché l’amore-Spirito ce lo dona. Se Dio non ci è estraneo è perché l’amore-Spirito ci rende familiari suoi.
Quell’amore continua a essere attivo nella Chiesa. E’ lo Spirito che continua a dare Gesù a noi Chiesa e a rendere viva per noi la sua Parola. La “distanza” fra Gesù che è tornato al Padre (vedi la solennità dell’Ascensione che abbiamo appena celebrato) viene colmata da questa forza, da questo dinamismo “amoroso” che il Padre ha donato alla Chiesa.
Lo possiamo intravedere in tante esperienze, personali e comunitarie, in cui è possibile percepire una vitalità, una forza che possiamo spiegare con la presenza della forza che “viene dall’alto” dello Spirito che ci abita.
E’ quello che possiamo verificare anche nei simbolismi della liturgia eucaristica. Nella preghiera eucaristica di consacrazione il celebrante prega: Padre veramente santo…, manda il tuo Spirito a santificare i doni che ti offriamo, perché diventino il corpo e il sangue di Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore”. I doni, grazie allo Spirito, sono “eucaristizzati”. E subito dopo, è la comunità che viene eucaristizzata dallo stesso Spirito: “Ti preghiamo umilmente: per la comunione al corpo e al sangue di Cristo lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo. E’ lo Spirito che trasforma il pane e il vino nel Corpo e nel Sangue del Signore e che riunisce l’assemblea in un solo corpo.
La Chiesa che è “abitata” dallo Spirito Santo dovrebbe anche assumerne le caratteristiche. Una delle caratteristiche dello Spirito Santo è la leggerezza. La leggerezza rimanda a una mania moderna espressa molto bene da un termine che viene usato: light, leggero. Tutto è light: il formaggio, la Coca-cola, lo yogurt… La leggerezza è diventata un mito e per questo ci imponiamo innumerevoli sacrifici per diventare più leggeri, con il cibo che mangiamo e le bevande che usiamo.
Anche la Chiesa dovrebbe alleggerirsi, rinunciare alle bardature molto pesanti che le sono state trasmesse dalle sue tradizioni. La Pentecoste è la festa della leggerezza: aria, fuoco… e poi i discepoli resi leggeri da quel vento e da quel fuoco, volatili e pronti a partire, a vivere un nuovo esodo verso il mondo intero. L’istituzione, quel giorno, non viene negata ma, appunto, alleggerita, resa vibrante dallo Spirito. Anche oggi molte piccole Pentecoste avvengono dappertutto nel mondo, quando tanta gente testimonia della sua fede, nonostante gli scandali e le difficoltà che trova sul proprio cammino.
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