Meloni, l’ex compagno, la politica

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Si fa un gran parlare della fine della relazione fra Giorgia Meloni e il suo compagno Gianbruno. Molto si è detto e chissà quanto resterebbe ancora da dire su un evento del genere

Il privato diventa politico e il politico diventa privato

Primo. La politica molto politica, pubblica, esibizionista non riesce a mantenere privato un evento familiare, ma è costretta a renderlo pubblico. Così è avvenuto. La Meloni con un messaggio ha dato il benservito al suo compagno. Sapeva che sarebbe avvenuto quello che è avvenuto: e cioè che ne avrebbero parlato tutti. E tutti hanno saputo delle battutacce di Gianbruno in un fuori onda trasmesso da Striscia la notizia e del fatto che le vie dei due erano già divise. Non si sapeva né l’una né l’altra cosa. Ora si sa perché si è saputo che i due si lasciano. Le manie esibizioniste e sessista di Gianbruno e la rabbia di Meloni sono diventati eventi politici. 

Secondo. Interessante il commento di Giorgia Meloni dopo la notizia della fine della sua relazione: “Tutti quelli che hanno sperato di indebolirmi colpendomi in casa sappiano che per quanto la goccia possa sperare di scavare la pietra, la pietra rimane pietra e la goccia è solo acqua”. 

Chi sono quelli che hanno sperato di indebolire la Presidente? Qualcuno ha ipotizzato che si tratti di Mediaset. Berlusconi, tra l’altro, non aveva gradito la nomina di Ignazio La Russa a presidente del Senato e c’era stata maretta fra i due. Può darsi che sia così. Ma non si sa. Il fatto privato diventa politico e il fatto politico diventa privato. “Io so chi sono, ma non ve lo dico” dice, di fatto, la Meloni, “la politica sono fattacci miei e non vostri. Prendete atto”, ci ha detto, di fatto, la Meloni. Bene, prendiamo atto e pace. 

Quale Dio e quale Patria?

Terzo. “Dio, famiglia, Patria”, proclama la destra di cui Meloni fa parte. Di famiglia ce n’era poco prima e non c’è più nulla ora. Restano Dio e Patria. Gli estremi: il tutto Altro, Dio, e il tutto sociale, la Patria. La famiglia, che è un po’ altro e un po’ sociale, che è l’istituzione di mezzo, è saltata.

Da qui una banale considerazione. Si conferma che la cosa più facile è proclamare Dio e lodare la Patria. Dio è lontanissimo, infatti, e la Patria pure. Non costa nulla esaltarli proprio perché sono lontani. Costa invece avvicinarle, perché allora ci si deve chiedere di che Dio si parla e di che Patria. E soprattutto ci si deve chiedere, una volta chiarito chi è Dio e che cosa è la Patria, che cosa dice Dio della Patria e la Patria di Dio. Ma la destra, e Meloni in particolare, danno come scontato di sapere chi è Dio e chi è la Patria.

Poi succede che la loro famiglia o quasi famiglia salta. E allora viene voglia di chiedere: ma il vostro Dio non diceva qualcosa anche della vostra (quasi) famiglia e della vostra santa Patria? E anche la vostra Patria non ci teneva anch’essa alla vostra famiglia? E come mai questo patatrac? Non è che il vostro patatrac fa fare patatrac anche al vostro Dio e alla vostra Patria? Bei problemi.

Conclusione. Si sapeva, ma ora si ancora meglio. I politici devono proclamare certe grandi cose che loro, per primi, non riescono a realizzare. I politici soprattutto sono “condannati” a predicare bene e a razzolare male. 

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