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Vadim soldato – bambino. La guerra e le sue atrocità

Vadim, il “soldato bambino” russo
è stato condannato all’ergastolo per “crimini di guerra”.
La guerra è quella in Ucraina, ovviamente.

Ha ucciso un civile che stava semplicemente passando in bicicletta. Le notizie che abbiamo letto prima sui siti, poi rivisto nei giornali di ieri, dicono che il ragazzo – che ha poco più di vent’anni e ha una faccia che ne dimostra ancora di meno – è stato a capo chino durante tutto il processo e che, ovviamente, non ha detto nulla.

Forse anche la notizia così enunciata obbedisce, in parte almeno, alla retorica di circostanza. Ma è in ogni caso significativa. Il ragazzino ha fatto una cosa gravissima perché si sentiva forte dentro l’esercito fortissimo di cui faceva parte (che si sente fortissimo, che lo è, in realtà, un po’ di meno, con le sue migliaia di morti). Adesso, di fronte alla giustizia, non viene giudicato l’esercito russo, ma il soldato Vadim, il quale deve pagare di una colpa che, da solo e a freddo, non avrebbe probabilmente mai commesso.

 

“Doveva pensarci prima”, ha detto la vedova del cittadino freddato da Vadim. D’altra parte, però, anche in occasione del processo, si sono raccontate un’altra volta le atrocità della guerra. “Hanno distrutto le nostre case, lasciato 500 persone senza nulla. Hanno rubato trattori e ruspe. Distrutto auto. Minato i cimiteri. Incendiato i boschi. E ogni giorno tiriamo fuori sei o sette corpi dalla fosse comuni, da identificare”. È una dichiarazione che alcuni anziani di Bucha hanno fatto e che il Corriere riferisce, nel numero di ieri, a commento della condanna di Vadim.

 

Dunque, la faccenda del giovane soldato russo ha dato la stura a tutte le atroci contraddizioni della guerra. Vadim si è sentito fortissimo quando ha agito, si è presentato debolissimo quando ha dovuto rendere conto della sua azione. Una belva umana quando è un soldato dell’esercito, mandato dalla patria, alla guerra santa per denazificare l’Ucraina. Un giovane, fragile, indifeso quando è semplicemente Vadim.

La sapevamo. La guerra non distrugge solo città, campagne, strade, ponti… Uccide molte persone e uccide l’identità delle persone che non riesce ad uccidere.

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