Ucraina, l’assurda guerra. Kirill è morto

Benicomuni. Coltivare. Custodire
Marzo 7, 2022
Occidente in pace e Oriente in guerra. I diversi cristianesimi
Marzo 9, 2022

 

Lo strazio della morte di Kirill

Le immagini sono strazianti. Una mamma e un papà portano, dentro una coperta insanguinata, il loro bambino, Kirill, di soli 18 mesi. Il bambino è stato colpito durante un bombardamento a Mariupol (Ucraina) e i genitori, nel disperato tentativo di salvarlo, sono corsi all’ospedale. Questo, per via delle bombe, è privo di elettricità, così che i medici sono costretti ad utilizzare le luci dei loro telefoni cellulari per visitare le ferite del piccolo. Le ferite sono troppo gravi per quel corpicino e Kirill, dopo poco, muore.

Le foto, che osservo con fatica ma percependo la necessità di non volgere altrove lo sguardo, sono strazianti. Prima la corsa del papà con Kirill in braccio, poi un’immagine sempre col papà, inginocchiato, che tiene le mani della mamma disperata e, infine, lo strazio della mamma piegata sul corpicino senza vita del frutto del suo grembo, con il padre dietro di lei, in lacrime.

In quest’ultima immagine, si percepisce appena la testolina del piccolo, che ha appena chiuso gli occhi per sempre a una vita che gli ha riservato il peggio. Provo una profonda commozione e cerco di balbettare una preghiera: la prima è per Kirill, perchè trovi finalmente in Dio quella pace che non ha avuto sulla terra; l’altra è per i suoi famigliari e per chi, come loro, si trova ad affrontare la morte delle persone care per colpa della malvagità di qualche potente della terra.

Un genitore perde un figlio

Due pensieri abitano la mia mente. Il primo, che torna spesso in realtà nelle mie riflessioni personali: lo strazio di un genitore che sopravvive al figlio. Ho conosciuto diverse persone alle quali è capitato questo, per incidente o per malattia, e, proprio perché le conosco, esse sono tra quelle che porto ogni giorno nelle mie preghiere.

Perfino la lingua italiana pare fermarsi dinanzi a questo dramma, quasi a restituire la profonda ingiustizia di questo avvenimento. Infatti, se per chi perde i genitori c’è il termine “orfano” e per chi perde il coniuge c’è il termine “vedovo/vedova”, in italiano non esiste termine che indichi la situazione del genitore che perde un figlio. L’indicibilità di una tale sofferenza dice chiaramente, a mio parere, l’impossibilità di dire un dolore così grande, che sfugge ad ogni classificazione sociologica.

I potenti non vedono le lacrime degli innocenti

Il secondo pensiero: perché Kirill, e tanti come lui di ogni età, muoiono? Perché uno, o meglio,  uno con i suoi seguaci, chiusi nelle loro fortezze dorate, hanno deciso che per assecondare il loro delirio di onnipotenza si può tranquillamente giocare con la vita della gente. Si possono mandare giovani soldati a morire e ad ammazzare gente, per il desiderio di conquistare terre, di annettere nazioni come si pensava non sarebbe mai più accaduto dopo il secondo conflitto mondiale.

Sorge spontanea la domanda: non importerà nulla, a questi potenti, della povera gente, dei soldati, degli innocenti che perdono la vita, dei bambini? La risposta è semplice: no!

Mi suggerisce questa risposta il Vangelo della prima domenica di Quaresima, in particolare il passaggio della seconda tentazione del diavolo a Gesù, quella del potere. Il mio docente di Sacra Scrittura, in Seminario, commentò questo passaggio in modo efficacissimo, dicendo:

Se uno adora il potere, lo ottiene. Ma sarà sempre costretto a prostrarsi a lui

Qui sta il punto: il potere ti chiede di piegarti alle sue logiche, per sempre. E non lascia spazio alla pietà: per averlo e conservarlo, si deve passare sopra tutto e tutti. I bambini morti sono un numero insignificante per chi adora il potere.

Da parte nostra, mentre speriamo che la diplomazia raggiunga il suo scopo e si metta fine all’ennesima inutile strage della storia, siamo chiamati a spezzare la logica del potere che acceca il cuore.

Solo così i tanti Kirill della storia non saranno morti invano.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


The reCAPTCHA verification period has expired. Please reload the page.