I molti universitari a Bergamo. E la Chiesa

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I molti universitari a Bergamo. E la Chiesa

La ex-chiesa di s. Agostino, ora aula magna dell'Università di Bergamo

L’Università di Bergamo conta ormai oltre 23.000 iscritti e Bergamo è diventata una città universitaria. La Chiesa locale investe molto sulla pastorale tradizionale e fatica a dedicare risorse a favore degli studenti dell’università

Un’occasione (forse) perduta

Quando ci fu il Sinodo dei giovani aperto nel 2019 da papa Francesco, autore della esortazione apostolica “Christus vivit”, le diocesi furono inviate ad una riflessione su questo tema strategico. Mi ricordo che a Bergamo fu attivato un camper di ascolto degli universitari presenti nella città. Si intuiva che si era davanti ad un fenomeno nuovo, che esigeva tutta l’attenzione di una Chiesa locale. Ricordo che la pubblicazione delle interviste degli studenti confermava in pieno questa urgenza.

23.000 studenti in cerca di alloggi e di accoglielnza

L’iniziativa però non ebbe seguito per almeno due cause: la novità dell’approccio in una Chiesa, che aveva alle spalle una forte pastorale imperniata sulla parrocchia, e l’irrompere della pandemia con la paralisi che ne seguì. Attualmente l’urgenza pastorale si è accresciuta per il numero degli universitari immatricolati a Bergamo, dai 23 ai 24.000 e per la carenza di alloggi, richiesti almeno da un terzo degli studenti.

A questo si aggiunga la desolante assenza di giovani frequentanti gli ambienti ecclesiali. La pastorale scolastica è attenta alle scuole primarie e superiori, ma non ha ancora preso in considerazione l’area universitaria. Tradizionalmente essa spetta alla FUCI, la quale si è fatta portavoce di questa urgenza assieme ad alcuni preti sensibili al problema. Essi hanno chiesto un impegno più grande in termini di personale e di ambienti. La pastorale universitaria è una grande occasione di evangelizzazione e di arricchimento per la comunità ecclesiale! 

Ciò che ci dice la storia, lontana e recente

Questa richiesta non è una novità, ma trova una giustificazione nella tradizione pastorale sia della chiesa in generale, sia di quella bergamasca. Almeno a partire dal XVI secolo essa è diventata una costante nella vita della Chiesa, in modo particolare attraverso le nuove congregazioni religiose.

Pensiamo in modo particolare ai Gesuiti, nati nell’Università di Parigi, che hanno istituito collegi nei centri intellettuali d’Europa creando le nuove classi dirigenti, decisive per le sorti della società e della Chiesa. L’attenzione al mondo universitario si è concretizzata in Italia con la fondazione  dell’Università Cattolica e la creazione di collegi per i suoi studenti, come l’Augustinianum a Milano, in cui si sono formati professionisti e politici di livello nazionale, come Romano Prodi.    

La Cattolica a Milano, i collegi di Celana e del s. Alessandro a Bergamo

Anche a Bergamo questa tradizione non fu del tutto assente. A partire dalla fine del Settecento, i preti del Collegio Apostolico, nell’insieme della pastorale giovanile da essi proposta, non trascurarono il mondo della scuola con la fondazione di collegi per gli studenti provenienti da fuori, come i collegi di Celana e S. Alessandro, ai quali si deve aggiungere il progetto, rimasto tale, di un collegio per liceali al Belvedere, ora Fortino.

Verso il 1845 si pensò anche ad un collegio a Padova, presso la cui università si recavano numerosi studenti bergamaschi, ma i moti del ’48 ne segnarono la fine. L’attenzione al mondo studentesco è all’origine dello stesso Patronato S. Vincenzo, iniziato presso l’oratorio dell’Immacolata agli inizi del Novecento per ospitare studenti ed operai che venivano in città ed erano impossibilitati a rientrare la sera nelle loro case, data la condizione dei mezzi pubblici del tempo. Quando l’istituzione passò nelle mani di don Bepo Vavassori, essa continuò la stessa opera arricchendola di altre iniziative, come le scuole professionali.

Gli studenti stranieri nella Università di Bergamo

In un contesto mutato, si pongono anche oggi situazioni di grave disagio, alle quali la pastorale della Chiesa bergamasca nel passato ha cercato di rispondere, per fare opera di evangelizzazione. Seguendo questa tradizione, non possiamo ignorare le migliaia di giovani, anche stranieri, che vengono a Bergamo in ricerca non solo di un alloggio, ma anche di una casa e di una famiglia più grande, in cui imparare a diventare uomini e magari a conoscere ed apprezzare il Vangelo.

La concentrazione sugli oratori ha fatto “dimenticare” il mondo degli studenti universitari

Evidentemente, oltre alle risorse materiali, bisogna provvedere un personale in grado di svolgere questi compiti. Le istanze avanzate non hanno trovato ancora risposta per un’insensibilità diffusa su questo tema. Nella pastorale giovanile è predominante il tema degli oratori, per i quali, nel recentissimo passato, si è speso economicamente forse troppo con risultati scarsi. Se la Chiesa di Bergamo vuole incontrare i giovani, deve seriamente ripensare la pastorale studentesca, dove si trova la gran maggioranza di loro per molte ore al giorno.

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