L’ucraina Olga Kharlan ha rifiutato di stringere la mano alla russa Anna Smirnova, giovedì dopo il loro incontro durante i campionati mondiali di scherma che sono in corso a Milano. La Kharlan ha giustificato il suo gesto ricordando che la sua famiglia è direttamente coinvolta nella guerra.
Il rifiuto di stringere la mano all’avversaria, in primo momento, ha provocato l’esclusione dell’atleta ucraina da tutte le gare in corso. Ma ventiquattr’ore dopo la stessa è stata riammessa, con una decisione complicata e sofferta da parte della competente autorità sportiva
Il fatto offre comuque spunti di riflessione importanti. Lo sport, in tempi felici, era lo spazio dell’incontro non politico che dava colore anche alla politica. Oppure era l’inizio di un disgelo che la politica non era in grado di mettere in atto in proprio.
Il riavvicinamento tra Cina e Usa ai tempi del presidente Nixon, nel luglio del 1971, era incominciato con gli incontri segreti del segretario di Stato Kissinger con le autorità cinesi (sì, lui, che è volato un’altra volta a Pechino nei giorni scorsi, alla verde età di 100 anni. Deve averne parlato anche a Giorgia Meloni che nei giorni scorsi ha avuto con Kissinger un lungo colloquio durante la sua visita negli USA). Poco dopo gli atleti americani di ping pong venivano invitati dai colleghi cinesi. L’evento sportivo avveniva a Pechino e contribuiva notevolmente al disgelo tra Cina e Stati Uniti.
La guerra in Ucraina è una guerra più “cattiva” che rende guerresco tutto
La guerra in Ucraina è una guerra più “cattiva” che rende guerresco tutto e inquina tutto. Un tempo lo sport apriva le porte alla politica, adesso la politica chiude le porte allo sport. Si possono fare un’infinità di ragionamenti per spiegare o, forse, per condannare. Ma, intanto, è comunque preoccupante nei rapporti sociali e politici di oggi la difficoltà a trovare gesti e spazi di decompressione nei grandi contrasti collettivi.
Si è citato più volte il fatto che sulle frontiere della prima guerra mondiale i soldati italiani si scambiavano le sigarette con i soldati austriaci. Pare perfino che si organizzassero partite di calcio e che, nel periodo natalizio, si cantasse “stille nacht”, o “Astro del ciel” insieme, i due fronti. Poi, naturalmente, subito dopo si riprendeva a spararsi. Ma gli sprazzi di intesa durante la guerra preparavano sommessamente l’intesa duratura della pace.
Oggi la pace appare molto difficile proprio perché mancano forme di una paziente acclimatazione alla pace. La pace è difficile infatti e va preparato. E invece, perfino chi gioca si fa una piccola guerra e rfiuta di stringere la mano all’avversario. E diventa difficile sperare che coloro che la guerra la fanno davvero possano arrivare, prima o poi, a stringersi anche loro la mano.