Un paradiso laico

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Un libro pieno di fascino, “Cronache dal Paradiso”. Autrice: Serena Dandini
I ricordi con i quali far pace attraverso la nostalgia.
Eva, il demonio, la curiosità

Alla ricerca di un luogo dove siamo stati felici

L’idea – laica – di Paradiso di Serena Dandini, autrice de “Cronache dal Paradiso” (Mondadori, Milano, 2023), è paragonabile a quella di un giardino lussureggiante, colorato, pieno di piante e fiori e di profumi inebrianti. Perché noi uomini – dice l’autrice – aneliamo a trovare pace e bellezza nella natura, alla continua ricerca di un luogo dove siamo stati felici o dove pensiamo che potremmo esserlo. E che, solo a pensarci, ci aiuta a sopportare il presente.

Il brutto della vita, insomma, si riscatta con l’idea dell’Eden. Ognuno infatti cerca di crearsi un pezzetto di Paradiso: passano le mode e i secoli, ma non scalfiscono la ricerca inesausta di un posto migliore, che sia in cielo (per chi crede) o in terra.

Il brutto della vita si riscatta con l’idea dell’Eden

In questo libro pieno di fascino, romantico, ironico, avventuroso, la storia personale di Serena si intreccia con quella di donne e uomini che hanno appunto inseguito un sogno, un luogo dell’anima immerso nel verde.

Inizia con la villa dei nonni dell’autrice, nel viterbese, oggi venduta, la cui immagine compare in una vecchia fotografia d’epoca (che si trova anche sulla copertina del libro), villa e giardino trasfigurati dal ricordo, in particolare per l’aiola delle ortensie, di un’inarrivabile sfumatura di azzurro, vero Paradiso di Serena bambina.

La memoria si fa qui personale, animata da tante microstorie (la mamma remissiva, che parlava con i gerani, la zia Lella, architetto ante litteram, la zia Rosa, entrata in finale al concorso Signorina Grandi Firme nel 1938, la nonna Enrica dal pollice verde …), evocate con simpatia, leggerezza e sottile ironia, ammansita però dalla patina dolce dell’amarcord e dal desiderio di scendere a patti con l’assenza e far pace con i ricordi attraverso la nostalgia.

Personaggi eccentrici e loro leggende

Dalla dimensione personale si passa poi a quella collettiva, in un racconto evocativo, struggente, pieno di personaggi eccentrici che si sono imbarcati in missioni impossibili rendendole comunque fattibili, sempre interconnessi con il mondo vegetale e con l’idea di trovare un Paradiso in terra. 

Incontriamo così Monet nel suo splendido giardino di Giverny, Agatha Christie che conosce i segreti delle piante e dei loro veleni, seguiamo Nabokov a caccia di farfalle, conosciamo Cristina di Svezia dal bellissimo esotico giardino romano di Palazzo Riario, Giuseppina Beauharnais e le sue rose nella Malmaison (solo per citare alcune delle moltissime figure presentate), fino a Margaret Ursula Mee sulle tracce del misterioso fiore di luna.

La Eva del paradiso terrestre reinventata: più curiosa che ribelle

Discorso a parte per Eva, la nostra progenitrice, che osò sfidare Dio. Serena Dandini, citando Margherita Hack, ne dà un’interpretazione interessante, ma non del tutto condivisibile: più che il Demonio a spingerla al primo peccato di disobbedienza, fu la curiosità che le fece addentare il frutto proibito, la voglia di seguire la dantesca canoscenza, di sapere, conoscere, toccare, scoprire, contro la passiva accettazione della fede. Attraverso Eva, si è arrivati al dolore, è vero, ma si sono aperte pure mille porte per l’umanità, che altrimenti si sarebbe crogiolata in un Paradiso noioso.

Insomma, questo romanzo audace, evocativo e ironico ci offre una visione della Storia eversiva e provocatoria, allargandoci gli orizzonti attraverso la scoperta di una straordinaria, appassionante varietà di racconti, molti dei quali poco conosciuti. Un’opera libera, che stimola la curiosità dei lettori e ci porta a riflettere su quanto, in fondo, a ognuno di noi non possa bastare la realtà quotidiana.

Nel suo stile fresco, elegante e senza sbavature, l’autrice ci esorta poi a rispettare l’ambiente, che potrebbe essere davvero un Paradiso se non lo stessimo distruggendo e infine a coltivare anche la nostra anima, proprio come fosse un giardino, con cura e gentilezza.

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