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NATALE 2024 – per tornare alle origini.
Un suggestivo “ripensamento” del Natale di un pittore moderno.
In sintonia con alcune immagini del cristianesimo primitivo

Luci nel “blu notte”

Pietro Cambianica – Natività – olio su tela, cm 30×55 – 1910 – Collezione privata

Un bambino fatto di luce, con le forme appena abbozzate da cinque linee curve, piccolo e nudo, è deposto sulla terra; la madre lo contempla, assorta, tra due angeli. Il fondo stellato è scandito da due esili palme: tutto è immerso nel blu, blu su blu.

I due angeli fanno da quinta alla scena dove protagonista è la luce che si riflette dal Figlio alla Madre e torna dalla Madre verso il Figlio. 

Flussi di luce soffusa rivelano stelle e, soprattutto, affetti, sentimenti e messaggi: l’angelo a sinistra tende la mano verso il Bambino, come a proteggerlo dal ramo di palma che porta come annuncio di martirio; l’angelo di destra piega la testa concentrato sulle mani che pizzicano i sottili fili di un’arpa fatta di luce, annuncio di armonia.

Sentimento e ingegnosità religiosa

Pietro Cambianica dipinge questa piccola tela nel 1910. Ha da poco superato i vent’anni e ha concluso gli studi alla scuola dell’Accademia Carrara meritandosi una medaglia di bronzo e una menzione nella scuola del Colorito superiore.

Presenta il dipinto per concorrere alla borsa di studio della Confraternita dei Bergamaschi di Roma: non vince, si classifica secondo; il suo maestro (ed estimatore) Ponziano Loverini scrive nella motivazione: “…nei bozzetti del Cambianica rilevo sentimento e ingegnosità religiosa.”

Pietro Cambianica dipingerà ancora solo per cinque anni, e solo nella nativa zona di Adrara, nell’alta Valcalepio. Nel 1915 viene chiamato alle armi; indebolito dagli stenti e dalle ferite, muore pochi giorni dopo la fine della “Grande” guerra – tremenda carneficina – colpito dalla febbre spagnola.

Viene dimenticato e con lui viene dimenticata anche la piccola Natività blu.

Arte di religiosità francescana

Solo negli anni ottanta del ‘900 la critica d’arte inizia a ricordare Pietro Cambianica. 

Con grande sobrietà di mezzi, Cambianica ottiene effetti intensi e inattesi; esprime sentimenti, anche reconditi, con calcolato rigore di purezza.

Attento al discorso artistico europeo – tra suggestioni simboliste, preraffaelite e Nabis – applica la tecnica divisionista in modo originale, non con intenti di ricerca sulle verità scientifiche intorno alla luce, ma luce come strumento per dare forma all’idea.

Ritorno alle origini: maternità, luce, profezia

Con la “Natività blu” l’arte torna alle forme delle rappresentazioni del Natale come tra i primi cristiani. 

Nei primi secoli del cristianesimo sono rare le rappresentazioni di presepi; la Natività viene rappresentata sulle sepolture con tre figure: maternità, luce, profezia.

La più antica rappresentazione – nota al momento, che risale al secondo secolo – tratteggia in monocromo color seppia la Madre con il Bambino – che si volta rivolto a chi guarda – una stella e, a lato, la figura profetica che indica stella e Bambino.

Natività – Roma, Catacombe di Priscilla – sec II

Le tre figure significano il Natale – autentico, essenziale – illustrato prima che il diffondersi di narrazioni – dai Vangeli Apocrifi, da la “Legenda aurea” di Jacopo da Varagine, anche da secoli di ispirazione di artisti e fantasie di devoti – arricchissero le scarne narrazioni della Scrittura creando la magia dei nostri presepi. 

Pietro Cambianica torna all’essenza delle origini; declina i linguaggi più moderni ad una sua propria ispirazione e racconta di un parto sotto la luce di una stella tra due profezie: prima la Passione, poi l’eterna Armonia.

                                                                                                          

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