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Ottobre. Due mostre a Milano: “La memoria degli oggetti” e “Giorgio Morandi”

La prima è al Memoriale della Schoah, la seconda a Palazzo Reale.
Stesso tema nonostante le apparenze – la coscienza: 
in un caso della cronaca che diventa storia,
nell’altro dello spazio, della luce, dei significati del vivere

“La memoria degli oggetti. Lampedusa, 3 ottobre 2013. Dieci anni dopo”

 al Memoriale della Shoah (Binario 1 – Stazione Centrale)

Fotografia recuperata sul corpo di un migrante annegato

Memoria per un anniversario

La memoria degli oggetti” espone al Memoriale della Shoah di Milano cose ritrovate sui corpi delle 368 persone migranti morte annegate il 3 ottobre 2013 – dieci anni fa – in quella che fu la prima grande strage di profughi del Mediterraneo.

Sono cose banali con tracce di salsedine: una bussola per non smarrire la rotta, un anello con il cuore, un orologio, un bracciale, fotografie, una croce, occhiali, uno specchio rotto, una boccetta di profumo, un cellulare, un biglietto scritto a penna ripiegato con cura, una macchinina rossa…

Il fotografo italo marocchino Karim El Maktafi (nato a Desenzano del Garda nel 1992) li ha fotografati nello stile degli oggetti in posa come nella tradizione “still life” delle “nature morte”.

Oltre le cose

Gli oggetti esposti testimoniano come “corpi di reato”; sono stati raccolti per indagare su un naufragio tragico e dare dignità di persona a corpo anonimi.

Gli oggetti esposti raccontano nomi, paesi, relazioni, affetti, fede…: sono cose tenute nelle tasche, vicini al sé, densi di arcani significati, frammenti d’identità.

Gli oggetti esposti alludono a progetti di vita, attese, nostalgie, commiati, valori; evocano tempo passato, presente, futuro, inizio e fine; interrogano sul significato di esistere.

Sono storie riesumate, interrotte riemerse, strappate dall’oblio.

Giorgio Morandi 1890 / 1964

a Palazzo Reale

Giorgio Morandi – Natura morte, 1936

In 10 sezioni la mostra ripercorre l’intera opera di Giorgio Morandi lungo tutto l’arco della sua “monastica” vita dedicata, si potrebbe dire consacrata, alla pittura come ricerca dell’essenza delle cose.

Dipinge soprattutto “nature morte”. Mette in posa e “ritrae” bottiglie e ciotole polverose; al tempo i vetri vuoti, pieni un tempo passato di essenze di vita (acqua, olio, vino, distillati, …), si tenevano in solaio esposti alla polvere in attesa di essere riutilizzati; Morandi li recupera (con un certo disappunto delle sorelle) e li riporta sulla tela con colori senza riflessi, inerti, opachi, come di sostanza essudata. 

In una scena austera fatta di aria e luce, forme banali si trasfigurano: testimoniano la bellezza dell’equilibrio, raccontano armonia, alludono al mistero delle cose, evocano la fatica del vivere, interrogano sul significato di esistere.

Nelle due mostre, una di storia civile, l’altra di storia dell’arte, differenti icone laiche per una simile proposta etica.

Da sabato 9 ottobre 2023
La scelta del Memoriale della Shoah nella Stazione Centrale di Milano come luogo della mostra “La memoria degli oggetti” nasce dalla volontà di proporre le tragedie del mar Mediterraneo e lo sterminio degli ebrei in un‘ unica istanza di umanità, di libertà, di dignità; dal 9 ottobre 2023 il significato della scelta si estende allo scontro in atto nelle terre d’Israele e Palestina. 
La scritta “indifferenza” voluta all’ingresso del Memoriale da Liliana Segre diventa così un richiamo ancora più solenne a quanto accade nella storia del nostro tempo, ammonimento alle coscienze per spezzare fili tragici che percorrono i nostri giorni.
E Giorgio Morandi resta schivo costruttore di pace che ha cercato luce, aria, spazio, semplicità, armonia, silenzio.

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