
Il Consiglio dei Nove, organo di governo del Comune di Siena, commissiona ad Ambrogio Lorenzetti tra il 1338 e il ’39 la decorazione ad affresco della sala detta della “Pace”, illustrando gli “Effetti del buono e del cattivo governo nella città e nella campagna”.
Gli affreschi dovevano ispirare l’operato dei governatori cittadini, che si riunivano in questa sala. Le allegorie del “buon” e del “cattivo” governo si fronteggiano in opposizione simmetrica sulle pareti frontali del salone.
Il ciclo è una delle prime opere di carattere totalmente laico nella storia dell’arte medievale.
La parte di pittura relativa al “Cattivo governo” risulta particolarmente guasta; forse non é un caso, come se avesse subito un lento processo di rimozione di scomodi ammonimenti.
Al centro siede in trono la personificazione del “potere cattivo”. E’ rappresentato con occhi strabici, zanne e corna; acconciatura, manto e corazza sono insegne regali, ma il volto non riesce a celare stupidità. Tiene con la destra la spada dell’oltraggio, con la sinistra il calice dell’ingordigia. Ai suoi piedi è accucciato un caprone nero.
Il cattivo governo è strabico perché la sua visione è deformata dall’ideologia; le zanne sono l’ingiusta tassazione, le corna le leggi dell’intolleranza. Spada dell’oltraggio é la seduzione mediatica unita alle false notizie, calice dell’ingordigia è la corruzione. Sette segrete, servizi deviati sono il caprone nero che guarda il potere accucciato ai suoi piedi.
La superbia, rivestita di rosso e adorna di gemme, con sguardo altero impugna la spada e regge il giogo pronto per il “popolo bue”.
La superbia del cattivo governo decreta, non scende al confronto; nella sicumera delle proprie certezze rifugge il dialogo e non cerca la mediazione politica.
L’avarizia ha le forme di una vecchia rinsecchita; con una mano stringe il lungo uncino che arpiona ricchezze, con l’altra regge la morsa che chiude strettamente due borse rigonfie di monete.
L’avarizia del cattivo governo aumenta il debito pubblico, non attua la spending review, tollera l’evasione fiscale, contrasta la tassazione progressiva.
La vanagloria ha le sembianze di una fanciulla leggiadra sontuosamente agghindata. Spinta da una brezza leggera, rimira sé stessa nello specchio che regge con la mano destra. Concentrata solo sulla propria immagine, resta sterile come la fonda secca che stringe nella mano sinistra.
Il cattivo governo è in continua campagna elettorale, cerca voti; il suo specchio sono i sondaggi, la brezza i mass media, la fronda secca le scelte politiche di breve prospettiva: il suo progetto non va oltre lo specchio.
La giustizia giace sconfitta.E’ a terra, soggiogata, spogliata del mantello e della corona, con le mani legate, i piatti della bilancia rovesciati per terra e l’aria mesta. È tenuta con una corda da un unico individuo piuttosto che dalla comunità intera.
Il cattivo governo viola l’autonomia del potere giudiziario e fa leggi “ad personam”.
A lato della giustizia legata e umiliata due uomini si contendono violentemente un neonato. Poco oltre tre personaggi si allontano incuranti di due persone a terra mutilate.Dove trovare misericordia, sollecitudine, pietas?
Nel variare dei tempi le immagini allegoriche danno forme “liriche” alle azioni consone ad un potere cattivo: decreti che portano il nome di sciagurati naufragi, proposte di castrazioni chimiche, autonomie differenziate, onorevoli trasformismi, merito prima d’inclusione, intolleranza della diversità, finanziamenti a respingimenti nel deserto, attori porno che dovrebbero diventare educatori, tagli alla sanità pubblica, …
In cielo non vola il fosco Timore ma gli eccessi di un clima malato che il cattivo governo non vede.