
Ragazzo con canestra di pane – Evaristo Baschenis, 1655/’65 circa olio su tela cm.53×72
Il 28 gennaio scorso l’Assessora alla cultura del Comune di Bergamo ha informato la Commissione Consiliare di un’importate donazione pervenuta all’Accademia Carrara: “…tra oggetti di grande valore …un dipinto del Baschenis di grande bellezza. “Ragazzo con la canestra di pane” …al donatore piacerebbe restare anonimo”.
La direttrice dell’Accademia Carrara ha aggiunto: “…il dipinto è un capolavoro del ‘600 lombardo che vorrebbero tutti i musei del mondo. Raramente, ma meravigliosamente, Baschenis realizza dipinti con figure umane e noi non disponevamo finora di opere di questo tipo.”
Il dipinto rappresenta un ragazzo in eleganti abiti di festa che ostenta un cesto di pani di varie forme e qualità.
La luce divide la tela in due parti: per due terzi in scuro profondo sulla sinistra, per un terzo in leggero chiarore sulla destra. La luce e l’ombra plasmano le forme mostrandone nello stesso tempo i minimi dettagli: i vimini del cesto, le guarnizioni della camicia con il collo inamidato, polsi ricamati, bottoni, stringhe a fiocchetto.
La “natura morta” del pane è dipinta con colori caldi; la “natura viva” del ragazzo è dipinta con colori freddi.
Il ragazzo, come bloccato dallo scatto di un’istantanea, distolto dalla concentrazione di un incedere rituale, si volta verso l’osservatore con occhi seri e interrogativi. Procede dal chiaro verso lo scuro. Lo spazio si rischiara all’avanzare del cesto di pane.
L’eccezionale naturalezza della composizione riesce a dare anima al pane, autentico fulcro della scena. Guardando sembra di percepire la fragranza e il calore del pane, la precarietà del cesto, l’orgoglio di chi lo porta come promessa di gioia e di festa; frutto di lavoro, di fatica, di conoscenza, verso arcani simboli e altri significati.
Baschenis allude, non esplicita; indirizza lo sguardo sulla semplice realtà quotidiana per condurre il pensiero al mistero celato nelle pieghe dell’esistenza, in una laica ricerca del sacro.
Evaristo Baschenis (1617 – 1677) – prete – fu pittore, musicista e botanico; nacque, visse e morì nei dintorni di piazza Pontida.
Una straordinaria qualità dell’Accademia Carrara, motivo di particolare orgoglio nell’identità civica della Città, sta nel ricorrente accadere che le “cose” più belle conservate nelle case dei bergamaschi, prima o poi finiscono in Carrara.
Le raccolte d’arte dell’Accademia Carrara non si sono formate per volontà di un principe, di un governo o di un mecenate, ma si accumulano negli anni con i lasciti dei cittadini, collezionisti e non. Le opere diventano scuola per chi studia arte nell’attigua Accademia e patrimonio condiviso per l’identità collettiva.
Così sarà dal prossimo giugno per il ragazzo dai riccioli ramati, con la giubba verde dai risvolti color corallo che, portando il pane, dalle pareti della Carrara offrirà a noi e alle future generazioni la bellezza del quotidiano.