Due mostre fotografiche a Bergamo, in questi giorni. Tutto molto interessante: luoghi, allestimenti, promotori, temi.
La prima al Monastero del Carmine, in un contesto dove il tempo ha trasformato i muri in palinsesti ectoplasmatici, la seconda tra i frammenti di archeologia industriale, negli spazi recuperati dell’ex centrale Daste e Spalenga.
In sobrio, raffinato cartone ondulato.
L’Associazione Fotografica nasce nel 2015 da un gruppo di bergamaschi appassionati di fotografia. Lo scopo è “…dare voce a chi non ha voce attraverso le immagini…”, affrontando grandi temi di attualità, raccontati dagli scatti di fotografi di prestigio internazionale“…che si sporcano le mani, vanno oltre i confini, oltre il filo spinato”. La fotografia testimonia, documenta e provoca; costruisce nuove responsabilità.
Già nel 2016 l’Associazione inaugura la prima edizione di FOTOGRAFICA, primo festival di fotografia di Bergamo, con il titolo “Oltre Confine” per raccontare i migranti
La seconda edizione nel 2018, “Equilibrio sottile”, viene dedicata al rapporto uomo ambiente, cambiamento climatico, sviluppo sostenibile
Al Carmine nove temi di nove autori (tre sono bergamaschi).
Quattro autori raccontano i “margini della società vicina”:
I ragazzi dei quartieri periferici del “ventre” di Palermo
Le baraccopoli (un essere umano su sei, nel mondo vive in una baraccopoli – succede anche a Brescia – a Bergamo?)
Il carcere (scatti di istanti passati insieme a detenuti)
I due volti di Zingonia, tra desolazione e resilienza
Tre serie di scatti illustrano mondi arcani e società remote.
Il popolo del Pamir nella regione dell’Afghanistan che si incunea nella Cina
il viaggio del treno ospedale che porta assistenza sanitaria nelle aree più remote della Siberia
Regioni lontane di natura incontaminata come destinazioni di un viaggio interiore alla ricerca del “principio vitale”
Due percorsi visivi illustrano gli spazi dello spirito e dei sentimenti:
le fedi e le tradizioni dei popoli più deboli e indifesi – il sacro fotografato con sguardo caravaggesco
L’amore di una donna nel “buco nero” dell’Alzheimer
Fausto Podavini – MiRelLa, 2018
In conclusione: immagini struggenti, dove la ricerca estetica diventa provocazione etica.
(letteralmente in periferia – nel nuovo Centro sociale di Celadina)
A Daste è allestita la seconda piccola mostra del festival dedicata al fotografo Gabriele Basilico (Milano 1944/2013).
Sono esposti parte degli scatti della serie “Attraversare Bergamo” commissionate all’artista dalla locale ANCE (Associazione Costruttori) nel 1998.
Con attenzione quasi fobica alla “Città che sale”, disabitata, senza uomini e alberi, fatta di luci e di ombre, Basilico interpreta i consueti luoghi del quotidiano con sguardo algido, restituendo una monocroma Bergamo metafisica, sospesa in un’atmosfera di attesa.